ESCURSIONI FUORI PRAGA

DOVE

castelli boemi

luoghi Patrimonio dell´Unesco

luoghi della fede

viaggi personalizzati

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mezza  / intera giornata

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come preferite Voi- in macchina, in pulmino, con mezzi pubblici

QUANTO COSTERÁ

servizi di guida + costo di trasporto + eventuali biglietti

SUGGERIMENTI, IDEE, ISPIRAZIONI

Ente nazionale del turismo - Rep.ceca - sito 

La Repubblica Ceca non é solo la capitale, Praga. Scoprite di piú.

Non abbiamo il mare vero ma abbiamo il mare di castelli ...e fiumi e laghi incantevoli

Non si beve solo la birra, si beve anche il vino, specialmente in Moravia

Ci si arriva qui anche per curarsi - con acqua termale, fanghi, gas radon 

Ci sono diversi musei interessanti - di vetro boemi, di architettura popolare, di marionette..

Boschi, prati, laghetti e colline - la natura nel cuore d´Europa tutta da scoprire   

Da 1 gennaio 2000  la Repubblica Ceca è divisa amministrativamente in 14 regioni con rispettivi capoluoghi.

1. Hlavní město Praha / Praga capitale - PRAHA

2. Středočeský kraj / Boemia centrale - PRAHA

3. Jihočeský kraj / Boemia meridionale - ČESKÉ BUDĚJOVICE

4. Plzeňský kraj / regione Pilsen - PLZEŇ

5. Karlovarský kraj / regione Karlovy Vary - KARLOVY VARY

6. Liberecký kraj / Regione Liberec - LIBEREC

7. Ústecký kraj / regione Ústí nad Labem - ÚSTÍ NAD LABEM

8. Královéhradecký / regione Hradec Králové - HRADEC KRÁLOVÉ

9. Pardubický kraj / regione Pardubice - PARDUBICE

10. Vysočina / regione Vysočina - JIHLAVA

11.Jihomoravský kraj / regione Moravia meridionale  - BRNO

12. Olomoucký kraj / regione Olomouc - OLOMOUC

13. Zlínský kraj / regione Zlín - ZLÍN

14. Moravskoslezský kraj / regione Moravia-Slesia - OSTRAVA

 Ogni regione ha qualche sua caratteristica, al sud della Boemia si trovano molti laghetti artificiali dove si alleva la carpa, pesce destinato alla tavola imbandita del Natale. Nella Boemia est ci sono bellissime zone naturalistiche protette con boschi e rocce di arenaria di forme bizzarre. Il dolce paesaggio della Moravia del sud offre tante possibilitá ma soprattutto le piste ciclabili nel mezzo dei vignetti, infatti quella principale si chiama VINAŘ - il vinaiolo. Non chiedetemi se andando in bicicletta si puó bere, cioé assaggiare il vino. Certo che no ma come si fa se il vino é cosí buono lá? Ci vuole tanta forza del carattere! La soluzione migliore é dedicarsi allo sport al giorno e bere il vino una volta arrivati alla destinazione.

 dove andare da Praga - elenco alfabetico

BRNO - capoluogo di Moravia, castello di Spilberk, villa Tugendhat funzionalista (UNESCO)  e pista Moto GP

BUCHLOVICE - castello barocco da favola

ČESKÉ BUDĚJOVICE - capoluogo della Boemia del Sud, sulle sponde della Moldava

ČESKÝ KRUMLOV - cittá gioello rinascimentale - Patrimonio UNESCO

ČESKÝ ŠTERNBERK - castello gotico abitato dai proprietari

FRANTIŠKOVY LÁZNĚ - carina cittá termale circondata dai boschi

HLUBOKÁ - castello Windsor alla ceca

HOLAŠOVICE - barocco popolare - Patrimonio UNESCO

HRADEC KRÁLOVÉ - salotto della Repubblica, cittá ideale degli Anni 20

JEMNIŠTĚ - castello barocco poco lontano da Praga

KARLOVY VARY - cittá termale, la culla di aperitivo BECHEROVKA e cristalli MOSER

KARLŠTEJN - castello + grotte Koněpruské jeskyně 

KONOPIŠTĚ - castello dell´arciduca Ferdinando d´Este

KROMĚŘÍŽ - castello e giardini -- Patrimonio UNESCO

KŘIVOKLÁT - castello gotico in mezzo dei boschi

KUTNÁ HORA - cittá delle miniere dell´atgento - Patrimonio UNESCO

KYNŽVART - castello del conte Metternich con le statue di  ANTONIO CANOVA

LEDNICE - castello nel parco incantevole  - Patrimonio UNESCO

LIPNO - il "mare boemo", boschi, piste ciclabili, natura intatta

MARIÁNSKÉ LÁZNĚ - cittá termale "per bene"

MONASTERO DI TEPLÁ

MĚLNÍK - castello, ossario  e degustazione dei vini locali

NIŽBOR - fabbrica di cristalli

OLOMOUC  - importante citá morava, colonna della peste barocca, patrimonio UNESCO

ORLÍK - Castello che si specchia nel lago

OSTRAVA - cittá dei minatori, cuore d´acciaio del paese

PLZEŇ - fabbrica di birra, duomo di san Bartolomeo e bellissimo ZOO

PODĚBRADY- cittá termale dove il tempo si é fermato

ROUDNICE - castello e cantine di vini di Lobkowicz

ROŽMBERK NAD VLTAVOU - la prima sede dei Signori della Rosa

SLAVKOV - AUSTERLITZ - castello e battaglia di tre imperatori

SLAVONICE - cittá-capolavoro rinascimentale con facciate dipinte

SVATÁ HORA u PŘÍBRAMI - luogo di pellegrinaggio

SVATÝ KOPEČEK - basilica minor

TÁBOR - sede degli seguaci di Jan Hus - ussiti. Cittá sorpresa 

TELČ - perla rinascimentale -  Patrimonio UNESCO

TEREZÍN - monumento della 2.guerra mondiale - cittá degli ebrei

TŘEBÍČ - basilica e ghetto ebraico - Patrimonio UNESCO

TŘEBOŇ - cappella degli Schwarzenberg

VYŠŠÍ BROD - monastero dei cistercensi

ZBIROH - castello fantasma che non esisteva sulle carte

ZLATÁ KORUNA - monastero cistercense nella natura incontaminata

ZLÍN - architettura industriale e fenomeno BAŤA

ZVÍKOV - castello medievale

ŽĎÁR NAD SÁZAVOU - santuario di san Giovanni Nepomuceno a Zelená Hora, opera geniale di Santini

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per sapere di piú dei luoghi da visitare ... 

BRNO 

Brno, la più grande città della Moravia, seconda della Repubblica Ceca.390 000 abitanti. Fiumi Svratka e Svitava. 

La città venne fondata nel 1243  quando re Venceslao I concede i diritti di città e visse il massimo splendore durante il governo di Jošt Lussemburgo. Nella piazza Moravské náměstí si trova la sua statua che fa capire molto bene il carattere presuntuoso del sovrano.

Piú tardi si lega soprattutto alle vicende del regno asburgico da cui ha ereditato una cultura mitteleuropea. Al termine della guerra dei Trent’anni, verso la metà del XVII secolo, gli  Asburgo promuovono la città a capitale della Moravia. Nel 1939 viene inaugurata un’importante linea ferroviaria che la collega a Vienna. 

Oggi é un importante centro industriale e commerciale A Brno si svolgono numerose fiere internazionali e il gran premio di motociclismo che ha inizio negli anni Trenta e vi ha corso persino il mitico Nuvolari

La Cattedrale di San Pietro e Paolo, assieme al Castello di Špilberk, costituiscono un panorama caratteristico della cittá. Le chiese piú importanti sono San Jacopo con le volte gotiche e di San Tommaso  nota per la Madonna Nera dei miracoli, protettrice della città. 

Cattedrale, ex-basilica romanica sulla collina di  fu ristrutturata in stile gotico. Le modifiche neogotiche furono apportate a cavallo dell’Ottocento e del Novecento. Partendo da Petrov si possono visitare le terrazze superiori dei Giardini dei Cappuccini e dei Giardini di Denis. 

A partire dal 1939 nella città fu presentata una linea ferroviaria che la collega a Vienna. Il 1928, invece, si ricorda per la nascita di molte importanti fiere internazionali, come il famoso Gran Premio di Brno dove vi è stato partecipe anche il famoso pilota Nuvolari. 

Nel territorio si coltivano barbabietole da zucchero, cereali, patate, foraggio e tabacco; di ottima qualità è il luppolo utilizzato nella fabbricazione della birra. Per quanto riguarda l'allevamento, sviluppato è quello bovino e caprino, mentre tra le risorse minerarie di rilievo sono il carbone e la lignite. Brno è ad oggi la sede della Corte costituzionale, della Corte e della Procura Suprema della nazione; meta turistica più ambita è la fortezza dello Spilberk dove l'Austria imprigionò i più grandi patrioti del Risorgimento come Silvio Pellico.

Il centro storico ruota attorno a piazza della Libertà  dove un tempo si svolgeva il mercato e da dove si dipartono le principali strade che a raggiera attraversano tutta la città. Nel centro della piazza si erge la colonna della peste della fine del XVII secolo ed è possibile ammirare Palazzo Schwarz e la curiosa Casa dei Quattro Mamlas, che presenta sulla facciata alcune figure con l’espressione contratto nell’atto di sostenere la casa e reggersi le brache!

Qualche anno fa Brno ha presentato un nuovo orologio. Si, é proprio quell´oggetto un po´ambiguo attorno al quale ogni giorno alle 11.00 si raduna la gente. Tutti vogliono prendere una pallina di metallo che esce fuori essattamente a mezzogiorno locale, cioé alle 11.00,appunto. Si ricorda la promessa del generale svedese Torstenson durante la guerra di Trent´anni (1618 - 1648di lasciare la cittá assediata se entro mezzogiorno non vince la battaglia decisiva. Il sagrestano di san Pietro e Paolo, disperato da come si svolgeva la battaglia vista dalla collina, cominció a suonare il mezzogiorno un´ora prima. Salvó cosí Brno.

P   L’altra piazza, che tutt’oggi costituisce luogo di mercato, è chiamata mercato del cavolo e nella centrale fontana Parnas della fine del XVII secolo una volta nuotavano le carpe che veniva pescate e vendute. Attorno alla piazza si trova da una parte il teatro Reduta in cui si esibì anche Mozart e dall’altra un edificio barocco (palazzo Dietrchstein) in cui oggi è ospitato il Museo del territorio moravo, che si estende tra l’altro anche nell’attigua corte vescovile del XV secolo. 

La Cattedrale dei SS Pietro e Paolo si sviluppa sulla collina Petrov da cui domina la città.

Si tratta di un edificio che si presenta in stile neogotico, ma ha subito continui rifacimenti nel corso del tempo. L’interno ha un arredo ricco e barocco con molte sculture fra cui spiccano le statue dei santi Cirillo e Metodio. Fra le altre chiese ricordiamo quella cappuccina con annesso il convento, la Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa di San Giovanni

Il Castello Špilberk (Spielberg) sorge su una bassa collina ai piedi della quale si sviluppa la città. L’edificio risale al XIII secolo ed ha rappresentato una postazione difensiva nelle varie guerre e una dimora per i re cechi, tuttavia la sua fama è tristemente legata ai secoli del dominio Asburgico durante i quali venne trasformata in prigione. Si ricordano soprattutto gli anni del Risorgimento, dei moti liberali che sconvolsero l’Europa e gli stati controllati dall’impero e tutti i prigionieri politici che subirono il duro carcere della fortezza almeno fino al 1858, anno in cui venne decisa la chiusura.

La visita oggi conduce attraverso il primo cortile, una sala gotica, una cappella e alle cosiddette ‘prigioni leggere’ che ospitarono Silvio Pellico, Piero Maroncelli e molti altri carbonari italiani. Di seguito si accede a un secondo livello sotterraneo dove si trovano le cosiddette prigioni pesanti o casematte poste su ben tre livelli. A quello intermedio venne rinchiusa la contessa Filangieri nel 1816. Il governo italiano ha fatto apporre delle lapidi per ricordare tutti i nomi dei patrioti che furono vittime di questa tortura. Ai piedi dello Spilberk in direzione opposta all’attuale città vecchia si sviluppa il centro più antico della città dove sorge la chiesa dell’Assunzione della Vergine, forse la più bella della città. Venne rifatta durante il ‘700 e l’interno custodisce un dipinto su legno di una Madonna nera risalente al XIII secolo. Il monaco agostiniano Gregor Mendel cui si devono le famose leggi sull’ereditarietà condusse i propri esperimenti di botanica con i piselli presso il cenobio del monastero qui annesso. Mendel è considerato il precursore della moderna genetica. 

ČESKÝ KRUMLOV

Di 9 regioni della Boemia quella meridionale é considerata la piú bella. Il paesaggio ondulato, ricco di stagni, boschi, campi del grano e colza dall´intenso colore giallo. In perfetta armonia con la natura  le piccole cittá, castelli, fortezze. Venite con me a visitare due gioelli  incastonati in questa corona verde – il castello HLUBOKÁ e la cittá patrimonio Unesco ČESKÝ KRUMLOV

Da Praga ci sono 160 chilometri da percorrere ma ne vale la pena. Per strada a Český Krumlov ci fermiamo  a Hluboká, uno dei castelli piú belli e affascinanti dell´intero paese con le torri merlate in stile gotico Tudor. Bello da fuori, richissimo dentro. Le pareti rivestite di legno, gli arazzi fiamminghi, gli affreschi, enormi stufe di ceramica, collezione delle armi …come vivevano bene i nobili Schwarzenberg! Dopo la visita  e magari uno spuntino nel giardino inglese molto curato si prosegue a Český Krumlov.

Poche cittá boeme vantano la posizione cosí attraente : circondata dalle colline coperte da fitti boschi con la Moldava in mezzo e l´enorme castello medievale sopra. Poche cittá sono rimaste cosí genuine con le stradine tortuose che si snodano tra piú di 300  case e palazzi in stile gotico, rinascimentale e barocco. Český Krumlov é la  cittá apprezzata per la sua bellezza da UNESCO (da 1992) esattamente come la sua cittá gemella – San Gimignano.        

               

In un certo senso le due cittá si assomigliano – entrambe non molto grandi con l ´architettura che offre un tuffo nel Medioevo, l´atmosfera piacevole e spensierata  e tutti gli comfort chiesti dal turista – numerosi negozietti con souvenir e artigianato locale e tanti café, birrerie e ristoranti. Český Krumlov da tanto da offrire:  

la bellissima architettura - case decorate con gli stemmi e affreschi ,  castello, il secondo piú grande dopo quello di Praga, sorvegliato da due orsi, uno dei piú antichi e meglio conservati teatri barocchi in tutto il mondo

la natura intatta  - i magnifici giardini del castello, la “piccola” Moldava che nasce in questa zona           

la vita culturale molto intensa - svariati festival di cui il più caratteristico quello della Rosa dai Cinque Petali, celebrato nel fine settimana del solstizio d'estate.[ l‘ Egon Schiele Art Centrum - una galleria di valore mondiale, aperta tutto l´anno. 7 musei, 4 gallerie, 4 festival musicali, 1 festival teatrale + numerosi negozietti di articoli artigiani

Dopo la visita guidata nel centro della cittá avrete tempo a disposizione per visitare quello che volete, curiosare tra il dedalo di viuzze e piazzette, prendere il bocale dell´ ottima birra locale Eggenberg. Se ci andremo d´estate, potete anche sostare sul ponticello attraverso la Moldava e incitare equipaggi in canoa di scendere con successo la chiusa. Molti invece si  fanno un bel bagnetto divertendo involontarialmente il numeroso pubblico sulle rive...

ČESKÝ KRUMLOV - VERSIONE COMPLETA

Nella Repubblica ceca si trovano 12 posti inclusi nell´elenco del Patrimonio culturale di UNESCO e da 1992 Český Krumlov é uno di questi. É una cittá-favola. Nonostante moltissimi turisti che vi arrivano sia d´estate che d´inverno. Dappertutto si respira atmosfera della pace e calma. Il centro non é molto grande e si puó percorrere in mezzora. Peró non é questo il punto, anzi,  é meglio avere abbastanza tempo per poter girare le stradine tortuose, gli angoli nascosti, ammirare le facciate decorate dalla tecnica tipicamente rinascimentale chiamata sgrafitto. La cittá con 14 000 abitanti vive di turismo e cosí dei café e ristoranti ce ne sono tanti, piú precisamente 140! Nei negozi di souvenir trovate decisamente meno roba cinese che a Praga, al contrario ci sono boutique e botteghe di stilisti e artigianati locali. Vale la pena entrare lo stesso anche se non volete comprare niente perché in alcuni spazi si trovano soffitti di travi dipinti oppure affreschi settecenteschi ben conservati. A Český Krumlov, a parte della fiabesca Cittá Interna (Vnitřní Město) e quartiere Latrán si va anche per visitare il secondo castello piú grande nella Repubblica Ceca dopo quello praghese. Per farsi idee piú chiare, venite con me a percorrere l´itinerario tipico anche se per il momento solo sulle pagine del mio sito....

A Krumlov di solito si arriva in direzione da České Budějovice, capoluogo della regione della Boemia meridionale. Quando la strada comincia a scendere verso la cittá, la prima immagine che si vede é il panorama del castello a sinistra. Il sistema di cartelli Vi porterá al parcheggio  e Vi guiderá direttamente nella cittá. Certo, potete  seguirlo e passare sotto l´imponente ponte in forma di un acquadotto romano ma sará meglio salire sul sentiero in direzione del castello lasciando a destra il maneggio e il parco. Arrivati in cima, girate a sinistra sulla terrazza. Da lí si apre il panorama della cittá mozzafiatto.  

Český Krumlov é spesso chiamato la cittá fiabesca. Si tratta di un caso raro: non era mai distrutto né dall´incendio né da un´altra catastrofe naturale. Neache guerre hanno potuto distruggerre il nucleo originale che a partire dle periodo rinascimentale assomiglia alle quinte cinematografiche.Il nome della cittá deriva dall´espressione tedesca „krumben owe“ che vuol dire „Luogo storto“. Il fiume Moldava si snoda qui tre volte e crea cosí l´immagine della cittá incomparabile. Per la prima volta Krumlov si menziona nelle cronache cittadine alla fine del 13 sec. Una volta al posto dell´attuale castello si trovava la fortezza dei signori di Vítkov piú tardi passata al casato dei Rosenberg diventati ricchi grazie ai matrimoni convenienti, alla collaborazione con la corte reale di Praga  e anche ai documenti falsi. Ma chi lo ricorda ora? I signori della Rosa a cinque petali nello stemma governarono a Krumlov per tre secoli, da 1302 a 1602. Proprio allora furono costruite le case gotiche e rinascimentali e il castello cambió il suo aspetto – dalla fortezza gotica alla comoda  residenza  rinascimentale, seconda per grandezza dopo il Castello di Praga.

Nella metá del 14 sec. Nella cosí detta Cittá Interna esistevano 96 case e grazie ai numerosi privilegi concessi alla cittá dai Rosenberg, Český Krumlov successivamente diventó una delle cittá piú importanti del Regno della Boemia. Sotto il castello si creó il villaggio Latrán dove vissero artigiani e servitori del castello. Fino ai nostri giorni si sono conservate lí molte case gotiche. Nel 1555 Guglielmo di Rosenberg uní la Cittá Interna e Latrán e fondó la cittá come la conosciamo oggi. Proprio Guglielmo apparteneva ai membri della famiglia piú famosi. Giá ai suoi 16 anni cominció a occuparsi degli immobili del casato e piú tardi fu incaricato il burgravio della cittá di Praga. Guglielmo si sposó 4 volte, sua ultima moglie Polyxena di Lobkovic (vedi Bambino di Praga) ebbe 30 anni meno  di lui ma neanche in questo matrimonio Guglielmo  ebbe eredi. Dopo la sua morte il fratello Pietro Vok fu costretto di vendere il castello indebitato all´imperatore Rodolfo II. La dinastia successiva erano gli  Eggenberg. Grazie a loro ha Český Krumlov il famoso teatro barocco, unico del suo genere. Giovanni Cristiano Eggenberg nel 1680 fondó la truppa teatrale stabile e da Venezia portó gli ultimi libretti. Sempre gli Eggenberg  fecero costruire il meraviglioso ponte Del mantello che con i suoi tre piani assomiglia al acquedotto romano. Il ponte risale al 1767 e collega il castello con il giardino e il teatro. La birra del marchio Eggenberg la potete trovare nella maggior parte dei ristoranti e birrerie locali. Si puó addiritura visitare la fabbrica di birra. Gli Eggenberg non hanno lasciato eredi diretti e cosí il castello passó nelle mani dei Schwarzenberg i quali sono rimasti a Český Krumlov fino alla fine della seconda guerra mondiale. Due anni dopo il castello é stato proclamato proprietá di stato. I Schwarzenberg non é che hanno fatto molto per la cittá dando preferenza agli altri beni immobili del casato. Tranne alcune case barocche e non era costruito niente di nuovo. Ma  quel fatto paradossalmente ha salvato l´aspetto medievale della cittá perché nel centro non si trovano costruzioni moderne le quali certamente avrebbero stonato tra quelle gotiche e rinascimentali.

Come in molte altre cittá vicino al confine del paese anche a Český Krumlov fin dal Medioevo vissero insieme cechi e tedeschi il numero dei quali crebbe sostanzialmente dopo l´apertura delle miniere d´argento nel 1475. Nella cittá vennero tantissimi minatori tedeschi e da allora comincia la lenta germanizazzione della popolazione. Un esempio: dopo la 1. guerra mondiale di  8700 abitanti della cittá i soli  2000 erano d´origine boema. Nel 1938 é stato firmato il documento conoscito come il Dettato di Monaco di Baviera e Český Krumlov é rimasto nella zona occupata. Gli abitanti d´origine ceca hanno dovuto andare via. La situazione si é ripetuta nel 1945 quando al contrario sono dovuti andar via i tedeschi.... Durante la 2nda guerra mondiale la cittá per fortuna non é stata bombardata e neanche dopo guerra il suo aspetto non é cambiato. Ormai il tempo passa qui lento  e il 21 secolo lo ricordano soprattutto gli ultimi modelli dei cellullari nelle mani di numerosi turisti. Dopo che avete sufficientemente ammirato il panorama, torniamo al cortile del castello. É il primo che vediamo ma in effetti si tratta del quinto cortile perché andiamo in senso contrario. Proprio qui nell´eidificio di fronte alla terazza panoramica si trova il teatro barocco del castello, il meglio conservato al mondo con la scena girevole, meccanismo originale e ricco quardaroba. Siccome é troppo pregevole, il teatro si usa solo 3 volte all ´anno.

Il castello di Český Krumlov é l´esempio modello di come l´architettura dei castelli medievali si divide in due periodi – castelli fortezze e castelli chateau. Guardando il castello dalla parte del fiume si distinguono bene le singole tappe costruttive. Dalla fortezza gotica il castello mutó il suo aspetto piú volte grazie a Guglielmo Rosenberg il quale ne fece la sua dimora permanente. Lo stemma del casato, la rosa a cinque petali, é onnipresente sia al castello che in cittá. Si dice che con ogni nuovo matrimonio cercó di modificare qualcosa alla sua residenza. Il signore della Rosa si sposó ben 4 volte e nel risultato il castello di Český Krumlov é qualcosa di mezzo tra la fortezza inespugnabile di pietra e sontuoso  palazzo rinascimentale superato per grandezza solo dal Castello di Praga.Nel corso di 600 anni furono costruiti circa 40 edifici, 5 cortili e un vasto parco. Attraversiamo il ponte alto tre piani decorato dalle sculture che fanno ricordare ponte  Carlo a Praga. Arriviamo al 4 e poi al 3 cortile. Questa parte del complesso architettonico si chiama Castello Superiore ed é visitabile con guida locale. Se avete abbastanza tempo, andate a vedere le stanze arredate con gusto e raffinatezza. Quasi a bocca aperta si rimane nella Sala delle Maschere dove 125 figure dipinte in stile rococó sono cosí reali che non si distinguono dagli uomini. Oqni tanto durante la stagione alta la direzione del castello si diverte pagando a un artista di pantomima per mettersi vicino alla parete senza muoversi. I visitatori poi rimangono sbalorditi quando percepiscono durante la spiegazione della guida un leggero movimento e non sono certi se gli é sembrato reale o meno. L ´importante ruolo hanno anche le ombre delle figure e numerosi specchi. Ma é difficile descrivere l´effetto, bisogna vederlo con propri occhi! Nella metá del 16 sеcolo si manifesta nell´arte boema lo stile rinascimentale la cui tecnica decorativa tipica si chiama sgrafitto. É ottenuta applicando strati di intonaco con colori contrastanti su una superficie umida. In questo modo é possibile creare un´illusione ottica quando la parete piatta sembra tridimensionale. I muri attorno a entrambi cortili decorano soggetti della mitologia greca.

Il castello di Český Krumlov visse non solo tempi di gloria ma anche storie macabre. Nel 1608 il figlio illegittimo dell´imperatore Rodolfo II d´Asburgo, deviante e pazzo Giulio Cesare d´Austria che terrorizzava l´intera cittá, uccise in modo atroce la sua amante Margarita, figlia del barbiere locale. L´imperatore fece chiudere il figlio nella torre del castello e lo lasció morire lí. Finalmente gli abitanti di Český Krumlov tirarono il respiro di sollievo.

Dal 3 cortile scendiamo la ripida scala di legno con gradini bassissimi per far salire cavalli. Cerchiamo di non guardare maliziosamente turisti che tutti affannati salgono in direzione opposta (attenzione peró! Siccome la cassa si trova SOTTO il castello, puó darsi che toccherá anche a Voi che alla fine decidete di visitare gli interni, magari piú tardi, dopo la passeggiata per il centro. Ride bene chi ride ultimo...) Adesso siamo al 2ndo  cortile. Qui si trova il palazzo Hrádek, la parte piú antica del Castello, chiamato anche Castello Inferiore. Oggi é stata allestita la biblioteca e l´archivio comunale. Da qui si vede bene la pittoresca torre campanaria a sei piani decorata con la tecnica sgrafitto. Scendendo  al primo cortile si passa sul ponte sopra il fossato degli orsi che peró non sempre sono disponibili a posare davanti alle macchine fotografiche dei turisti. Gli orsi di  Český Krumlov hanno a che fare anche con lo stemma dei Rosenberg. Un rappresentante membro del casato si portó la moglie da Roma, dalla famiglia nobile di Orsini e da quel momento sono due orsi a tenere lo stemma con la rosa a cinque petali. Il castello doveva essere indipendente anche economicamente e quindi al 1o e al 2ndo cortile non mancano edifici destinati ad assicurare viveri come il burrificio, birrificio, deposito del sale. Ci erano stalle con il granaio al piano superiore, due fucine e la zecca dove peró non si coniavano mai le monete, poi il deposito delle carrozze. 

Se Vi servirá la toilette, avete l´ocassione rara di usarla...in farmacia! Certo, si tratta di ex farmacia nel bel palazzo rinascimentale accanto alla Porta Rossa, l´entrata proncipale del Castello. Da lí si entra sulla strada che attraversa il centro di Český Krumlov. Se peró gli orsi nel fossato non si sono fatti vedere, invece di uscire dalla Porta Rossa scendiamo la scala che dá sulla strada Latrán e Vi assucuro che un orso lo vedrete di sicuro! 

Passeggiata per il centro di Český Krumlov

Che cosa esisteva prima, la cittá oppure il castello? Come una cittá indipendente Český Krumlov si ricorda nelle antiche cronache locali nella metá del 13 secolo comunque si presume che la fortezza esisteva anche prima. Successivamente attorno si stabilirono gli artigiani, la servitú e tutti quelli che assicuravano approvvigionamento. Dalla parola latina „latus“ il che significa „di lato“ si é creato il nome dell´insediamento – Latrán. Piú tardi la gente costruí le case anche sul lato opposto del fiume dove naque la Cittá Interna.

 (VNITŘNÍ MĚSTO) Dopo aver percorso il ponte sopra il fossato si gira a destra verso la scala che porta in cittá. Se gli orsi che vivono nel fossato hanno dormito e non li avete visti, ora potete recuperare. Ecco un altro che vi dá il benvenuto.

Scendiamo la scala e giriamo a destra. In due passi da qui si trova il ponte di legno decorato dal grande crocifisso e dalla statua del santo Giovanni Nepomuceno. Se Vi interessa, perché proprio al ponte, Vi suggerisco di leggere la leggenda del architetto disgraziato (voce). N.B. obbligatorio per veneziani!! Facendo lavoro di guida turistica ormai da tanti anni, so che gli italiani non possono esistere senza buon espresso. A Český Krumlov per fortuna lo sanno anche gestori del café con il nome simpatico - Due vedove -  appena prima del ponte. Andando sempre dritto dopo aver passato il ponte si puó raggiungere la piazza centrale ma sarebbe peccato non percorrere alcune strade e vicoli nei pressi del fiume.    La via DLOUHÁ (Lunga) ci porta alla passerella che collega il centro con il parcheggio centrale. Da lí si vede benissimo enorme ponte di tre piani chiamato  PLÁŠŤOVÝ MOST (Ponte del Mantello) Sembra costruito dai romani, tanto assomiglia a un acquedotto. Nei mesi estivi la Moldava é piena di canoa, gommoni e altri natanti. Proprio di fronte alla passerella c´é una chiusa e bisogna essere bravi abbastanza da scenderla senza rovesciarsi. Ma vi passano molti appassionati dello sport nautico alle prime armi che di regola si rovesciano guadagnandosi applausi dagli spettatori sulle rive. Il divertimento é assicurato. La Moldava ha creato qui un´isola dove oggi si trovano diversi ristoranti e negozi. Il grande edificio dall´aspetto antico é ex-arsenale dove gli abitanti di Český Krumlov depositavano le armi. Si tratta della costruzione molto preziosa visto che si é conservata senza modifiche sostanziali dal 17 sec.

Adesso passiamo per la via ŠIROKÁ (Larga). Nomen omen, una volta era davvero la strada piú larga della cittá dove si svolgevano mercati settimanali. La casa n. 71 – ex- fabbrica di birra cittadina costruita al posto di 4 case gotiche. La facciata é decorata in stile sgrafitto. La birra si faceva qui dal 1606 fino alla 2nda guerra mondiale.Negli Anni 90 dopo una complessa ricostruzione é stato aperto qui il Centro Internazionale di cultura di Egon Schiele. Český Krumlov era la cittá natale di madre di questo noto pittore e Schiele vi ha dipinto parecchi disegni, quadri e acquerelli. Purtroppo é morto troppo prsto, a soli 28 anni come migliaia persone contaggiata dall´influenza spagnola alla fine dell 1a guerra mondiale. Ormail l´opera di Schiele é molto apprezzata al  mondo, qualche anno fa un quadro é stato venduto a 41 milioni di dollari. Oltre le opere di Schiele ci sono anche quelle di Klimt, Kokoschka, Warhool e altri pittori del 20 e 21 sec.

La casa n. 54 all´angolo é decorata con i ritratti nelle finestre finte. Da una guarda il proprietario della casa, dall´altra si aspeterebbe di vedere sua moglia. Ma secondo quello che si dice la signora era tirchia e cattiva e il pittore al suo posto mise una scimietta. Cominciamo a salire per la via KÁJOVSKÁ verso la chiesa di san Vito, la seconda dominante di Český Krumlov dopo il castello. Le fondamenta risalgono al 1340 in stile gotico ma nel 1404 i conti Rosenberg decisero di ingrandire le dimensioni della chiesa per poter accogliere il numero sempre crescente degli abitanti. Si tratta della costruzione con la pianta a croce latina, la volta gotica sul soffitto assomiglia molto a quella nella cattedrale di san Vito a Praga. Sull´altare maggiore sono rappresentati santi patroni della chiesa san Vito e la Madonna. Dalla navata sinistra si puó dare un ´occhiata nella  cappella di san Giovanni Nepomuceno. Il suo culto mantennero anche nuovi padroni di Český Krumlov, i conti Schwarzenberg, di cui soprattutto i conuigi Adamo Francesco e Eleonora Amalia i quali permolto tempo aspettarono il figlio, erede del casato. Andarono a pregare alla tomba del santo nella cattedrale di san Vito al Castello di Praga e alla fine il loro desiderio si esaudí. Nel 1722 naque Giuseppe Adamo. Cosí san Giovanni Nepomuceno diventó santo patrono degli Schwarzenberg. É curioso che questo prete del 14 sec. Fu proclamato santo nella basilica di san Giovanni a Laterano solo nel 1729 ma questo fatto non ostacolava gli Schwarzenberg di venerarlo come santo diversi anni prima. Qui nella chiesa é custodita addirittura una parte delle reliquie del santo. Nella cappella si trovano anche cuori di alcuni membri del casato. Per quanto ci puó sembrare strano, questa usanza risale al Medioevo. Sul muro accanto all´entrata nella cappella troviamo due lapidi di pietra sepolcrali di Guglielmo di Rosenberg e della sua terza moglie. La seconda cappella si chiama della Ressurezione. Scendiamo ora la scalinata davanti alla chiesa e giriamo a destra in via HORNÍ che ci porta al n.154. Attualmente si trova qui il miglior albergo della cittá RŮŽE (la Rosa). Entriamo almeno nel cortile con la decorazione tipica del Rinascimento e ritratti dei santi patroni della Boemia – santa Ludmila, san Procopio, san Venceslao, sant´Elisabetta, san Vito, sant ´Adalberto. Non mancano i coniugi Rosenberg Guiglielmo e la sua 4 moglie Polyxena di Lobkowicz piú giovane del marito di 30 anni. Proprio loro fondarono a Český Krumlov il collegio dei gesuiti. Polyxena provenne della potente casata di Pernstejn nello stemma dei quali é raffigurato il visonte. La meridiana sul muro indica il tempo abbastanza precisamente, certo se capitate a Český Krumlov in una bella giornata soleggiata. Di fronte all´albergo ROSA si apre la terrazza panoramica da dove si vede benissimo intero castello e tutto il centro di Český Krumlov.

Rimane scendere in piazza principale – NÁMĚSTÍ SVORNOSTI.(Piazza della Concordia) Ci sono esempi di diversi stili architettonici nel corso di 300 anni – dal 16 al 18 sec. Osservando attentamente il palazzo decorato con 4 stemmi, il municipio, si puó notare che in effetti non é solo una casa, bensí due, unite con la facciata comune nel 1597. Gli stemmi sono: del Regno della Boemia, di Český Krumlov, di Schwarzenberg, di Eggenberg. Nel municipio venivano custoditi molti oggetti preziosi per esempio 3 chiavi dorate delle porte cittadine le quali venivano offerte alle autoritá al momento del loro arrivo a Český Krumlov, bolle varie, servizi da tavola d´argento usata per le ocassioni speciali. Attualmente il comune é composto, oltre del sindaco, di 22 deputati, al primo piano si organizzano matrimoni civili, nei sotterranei invece si trova la cantina gotica. Chi ha visto il film d´orrore di Tarantino Hostel, sappia, che nel 2004 alcune scene del film sono state girate proprio qui. Prima di continuare, notate il piccolo campanello sulla facciata del municipio. La leggenda vuole che suonava quando voleva, soprattutto quando non era d´accordo con le decisioni della giunta comunale. Alla fine il sindaco ha deciso di legarlo.(pazzo da legare...)

La collonna in centro della piazza ricorda il miracolo avvenuto nel 17 sec. Quando nelle vicinanze moriva della gente colpita dalla epidemia di peste, Český Krumlov fu risparmiato. Come segno del ringraziamento fu erretta la collona decorata con gli stemmi dei paesi del Regno Boemo e delle statue dei santi protettori di Český Krumlov. Bene, é tutto, adesso tocca a Voi. Girate in lungo e largo la bellissima cittá di Český Krumlov, prendete un caffé o una cioccolata oppure una birra, visitate negozietti, fate le foto, divertitevi. Per finire – se pianificate il Vostro soggiorno nella Repubblica ceca alla fine di giugno, la visita di Český Krumlov é obbligatoria. Ogni anno qui ha luogo la Festa della rosa a cinque petali e tutta la cittá sprofonda nel Medioevo...

františkovy lázně 

Il comune della regione di Karlovy Vary vicino alla città di Cheb, al confine con la Germania, ad un’altitudine di 445 m. Fa parte del cosí detto Triangolo termale. 

1270 grande incendio distrusse tutti i documenti scritti quindi non si sa molto della storia medievale. Con molta probabilitá acqua termale si beveva a parte della  birra e dell´idromele giá nell´alto medioevo ma le prime notizie scritte le abbiamo solo del 15. - 16 sec .L´acqua minerale locale diventa molto popolare anche in altri luoghi, addirittura in Germania. Esiste il business dell´acqua per la gente locale. Sono giovani e donne - portatori e portatrici. La portano a Cheb da dove poi va portata altrove. 

1648anche durante la guerra di Trent´Anni acqua non manca. Uno dei cittadini di Cheb vende  l´acqua imbottigliata. Dopo la guerra quest´acqua acidula é conosciuta in tutte le grandi cittá europee, una delle clienti é pure l´imperatrice Anna Jagellone. Alla odierna Františkovy Lázně cominciano a venire ospiti ma manca l´infrastruttura. Cosí si soggiorna direttamente a Cheb dove l´acqua viene portata come prima. 

Attivitá del medico Bernhard Adler 

1789 cambiano le cose. Il consiglio comunale di Cheb é d´accordo con la costruzione delle protezioni sopra le fonti. Il conte Kolowrat costruí il primo padiglione sopra la fonte principale. Due anni dopo il medico cittadino Adler per i motivi igienici protegge l´entrata al padiglione con la ringhiera cosí l´accesso libero alla fonte viene bloccato. Ma le donne locali portatrici dell´acqua fanno immediatamente sciopero. Cuciono bandiere dalle lenzuola e con grande baccano raggiungono il padiglione. Con forza prima mettono via la ringhiera, poi addirittura distruggono il padiglione. Adler lo chiamano „ladro del pane“. Il consiglio comunale locale non muove il dito, ha paura delle donne. Adler allora si rivolge all´ imperatore Leopoldo II che 1791 si trova a Praga per chiedergli di proteggere la fonte. E cosí fu. Le cose si mettono in movimento, il consiglio comunale reagisce, si avvia la costruzione delle case di cura, allora rudimentali. Il villaggio riceve il nome Franzesdorf Kaiser.

1793 il nuovo imperatore e re boemo Francesco I. approva  le proposte delle costruzioni pubbliche – é l´anno ufficiale della fondazione della cittá. Comincia a sorgere la cittá termale tardobarocca. La pianimetria é tipicamente barocca – l´asse principale – il viale che collega la fonte František a e la statua nel parco, su entrambi i lati le case. Ma 18.sec é sempre il periodo della fonte senza la cittá  e della cittá senza le terme perché tutti i proventi del turismo balneare vanno a Cheb dove sono possibilitá di alloggio. L´unica cosa che fanno consiglieri comunali a Cheb per far tacere quelli di Franzesdorf é la costruzione di una specie di locanda nei pressi della fonte. 

All´inizio del 19. sec si aggiungono altre strade perpendicolari, ancora oggi si percepisce il nucleo cittadino classicistico a scachiera. Attorno poi si estendono parchi.

1807 dietro il pagamento della tassa viene cambiato il nome del sito al nome odierno - Františkovy Lázně. 

1852 si raggiunge autonomia, la cittadina si é staccata amministrativamente da Cheb.

1865 il paese diventa una cittá vera e propria ma solo nel 1904 si riesce a comprare da Cheb la proprietá immobile - terreni, costruzioni civici, terme e case di cura. La cittá diventa molto popolare anche all´estero, arrivano ospiti illustri. Il periodo d´oro finisce con gli spari della 1a guerra mondiale, 

Ospiti illustri 

1808 – Goethe (60) incontra la bionda Silvia (23) figlia di un ministro sassone…la cittá la definisce un paradiso in terra”.

1812 imperatore Francesco I. con la figlia Maria Luisa, futura moglie di Napoleone 

1847 - Francesco Giuseppe I con i fratelli Ferdinand Max e Karel Ludvík – la cittá in onore del loro soggiorno organizza gare di tiratori e fuocchi d´artificio. 

1909l´ultimo imperatore austriaco Carlo I. incontró qui sua futura moglie Zita Bourbon Parma. 

Le terme mantengono l´atmosfera familiare, la crema della societá mangia nello stesso posto, passeggia insieme… 

L’acqua minerale naturale locale ha un contenuto relativamente elevato di anidride carbonica disciolta, la cui quantità varia a seconda della fonte, del periodo dell’anno ed altri fattori. La temperatura dell’acqua delle singole sorgenti  -  9  - 14 g c. 

Františkův pramen, celebre già nel Medioevo. 

1832padiglione rotondo stile impero, la profonditá soli 3,5 m,  - Le acque della sorgente Francesco  + la sorgente Luisa e Glauber, scoperti 1919 sono utili per le cure delle malattie del cuore e delle vene, delle malattie femminili ed anche malattie dell’apparato motorio (case termali Rubeška, Imperial, Esplanade, Belvedere). 

Una curiositá: la cittá termale Františkovy Lázně fu il primo bagno termale nel mondo ad eseguire la fangoterapia. La  torba si utilizza sotto forma di bagni e impacchi, bagni secchi a base di gas termale, irrigazioni vaginali, cure idropiniche, iniezioni sottocutanee di gas termale, riabilitazione e terapia fisica. 

Cosa si curamalattie dell’apparato circolatorio  -  l'ischemia cardiaca, inclusi gli stati successivi ad un infarto del miocardio, elevata pressione sanguigna, le malattie dei vasi sanguigni degli arti , riabilitazione postoperatoria. Stati dolorosi della muscolatura, dei tendini e delle articolazioni, i dolori alla schiena, i reumatismi non connessi alle articolazioni, le artrosi delle articolazioni maggiori (ginocchio, anca) e inferiori. Malattie ginecologiche, sterilitá. 

HOLAŠOVICE

Villaggio con 120 edifici  di cui 23 sono protetti  e fanno parte del patrimonio mondiale Unesco.(1998)
Lo stile delle case è definito come "barocco popolare della Boemia meridionale". Il fatto piú apprezzato é che non vi si trovano edifici moderni. Togliendo macchine e segni stradali quá e lá ci si sente come nella metá del 19 sec. Per la visita non si paga niente, d´altra parte le case sono private e quindi non acessibili tranne una dove il proprietaria ha aperto il piccolo museo d´agricoltura. Da vedere vari strumenti e suppellettili d´epoca.


Che ne dice guida di Praga: Per essere sincera non dovete aspettare un gran ché. Di villaggi cosí ce ne sono tantissimi. Poi, per il motivo misterioso, i residenti (compreso il burbero titolare del museo) non sono partivcolarmente cordiali. Vivono la loro vita quotidiana e sembrano addirittura di sopportare a malapena comitive portate qui dalle agenzie viaggi....

Se capitate nella Repubblica Ceca alla fine di luglio, potete pianificare la visita in modo da partecipare sulla Festa popolare.(entrata 100 Kč / 4 E) La paizza rettangolare é circondata dalle bancarelle di artigiani, nell´aria si sente il profume dei dolci appena sfornati, suona la musica popolare. Vale la pena venire qui dopo aver visto Český Krumlov. Altrimenti, non saprei...

CHRUDIM

In un´ora e mezzo da Praga si arriva nella cittadina circondata dalla cinta muraria medievale con la graziosa piazza centrale sulla quale si affacciano case borghesi dalle facciate variopinte. Un palazzo rinascimentale merita attenzione. Vi si trova il Museo delle marionette davvero straordinario. Le esposizioni coprono 4 piani del palazzo e si puó salire anche sulla torre dalla quale si gode una bellissima vista su tutta la cittá. 

KARLOVY VARY

- la cittá dove si brinda con l´acqua minerale...

KARLOVY VARY é la più grande località termale della Repubblica Ceca. La cittá con 51.537 abitanti si trova all´ovest della Boemia vicino al confine con la Germania. La zona viene chiamata "triangolo del benessere" perché non lontano da qui si trovano altre due cittá termali -FRANTIŠKOVY LÁZNĚ e MARIÁNSKÉ LÁZNĚ. I piú ci sono siti piú piccoli ma non meno importanti per la presenza delle fonti: Kynžvart e Jáchymov - l´unico centro termale delle acque al radon nel nostro paese. É davvero eccezionale in europa quante fonti si trovano qui e come sono diverse una dall´altra.É diversa la concentrazione di minerali e anche la temperatura. A parte delle acque curative nella zona si trovano anche acque minerali naturali, qui si imbottiglia la famosa Mattoni.

LA STORIA DELLA MATTONI

La societá fu fondata dal cittadino di Karlovy Vary d´origine italiana Heinrich Mattoni nel1873. La Negli anni 90 é venuta la famiglia di imprenditori italiani Pasquale che ha investito grosse somme nell´impresa e grazie a loro la societá oggi si presenta come una dei leader del settore. Attualmente esporta acqua in  20 paesi del mondo e possiede proprie marche estere in Austria e in Ungheria. Per la societá lavorano 1 300 dipendenti.

Vale la pena menzionare che dopo Praga la regione di Karlovy Vary é la piú visitata dai turisti. La regione confina con la Baviera e la Sassonia e ci sono tanti tedeschi che vengono sia per la visita che per curarsi. 

Punti forti di KARLOVY VARY 

  • Fonti termali accessibili a tutti
  • Festival internazionale del cinema
  • Becherovka - tipico liquore digestivo di Boemia
  • Moser - fabbrica di cristalli

Ma anche palazzi barocchi e Art Nouveau, complessi alberghieri fiabeschi, centri di benessere e wellnes, 50 km di sentieri nei parchi e boschi attorno la cittá, campo da golf, piscina all ´aperto riscaldata con acqua termale, famose cialde KARLOVARSKÉ OPLATKY, porcellana rosa con disegni delicati e tanto altro...

Storia della cittá

Come dice il nome stesso, la fondazione di KARLOVY VARY é collegata con il re ceco Carlo IV (14.sec.) La leggenda..... narra che tempo fa al posto della cittá odierna si estendeva una grande riserva di caccia. Il proprietario era amico di Carlo IV che veniva qui volentieri. Un giorno mentre era a caccia ferí un cervo. L´animale riuscí a fuggire tra gli alberi, i cani da caccia dell´imperatore gli corsero dietro e poi Carlo a cavallo con gli altri. All´improvviso si sentí un cane che ullulava. Fu trovate in mezzo di un posto dal quale usciva il vapore. Il re vide che il cane si scottó da un getto di acqua bollente scaturito d'improvviso dal suolo. Pochi metri in avanti c´era uno stagno con acqua tiepida. Carlo ne approfitó per riposarsi un po ´, si sedette sulla riva e mise nell´acqua le gambe. Dopo mezz´ora quando si stava alzando scoprí che non aveva piú bisogno dell´aiuto perché il ginocchio che gli faceva male per tanto tempo funzionava come prima...Che acqua miracolosa! E cosí Carlo IV fondó qui le terme....

In realtá.... La cittá di KARLOVY VARY viene menzionata per la prima volta il 14 agosto 1370, quando ottenne da Carlo IV i diritti e le libertà della città reale. Nel medioevo lo sviluppo della cittá era simile a tutte le altre e solo nel 16 secolo acquistó la maggiore importanza grazie alle terme. L´aspetto della cittá cambió radicalmente dopo 1604, quando un disastroso incendio bruciò 99 dei 102 edifici esistenti. La Guerra dei Trent'anni 1618 - 1648 non risparmiò nemmeno Karlovy Vary nonostante il suo status privilegiato: la città fu colpita dagli attacchi dell'esercito, dagli incendi, dalle malattie e dalla fame. Solo alla fine del 17 secolo cominció di nuovo crescere l´importanza delle terme, grazie ai ricchi visitatori della nobiltà sassone, russa e polacca. I due soggiorni termali dello Zar Pietro il Grande nel 1711 e nel 1712, funzionarono da una buona pubblicitá.

Karlovy Vary vivono il suo periodo d´oro nel 18 secolo. Nel 1707 l'imperatore Giuseppe I confermò tutti i privilegi precedentemente conferiti alla città. Anche gli altri membri del casato degli Asburgo, vennero qui volentieri a curarsi e grazie alle sovvenzioni economiche continuó lo sviluppo edilizio della città. Nel 1719 furono promulgate speciali leggi comunali che regolavano nel dettaglio la vita termale. Pian piano si costruivano gli edifici di rappresentanza come il Salone Sassone (1701) e il Salone Boemo (1728) Nel 1711 furono edificate le Terme del Mulino, il primo edificio termale pubblico di Karlovy Vary. Alla fine del 18 secolo, il luogo più frequentato dalla nobiltà era il Salone Boemo. Nel 1775 lo acquistó il confettiere Johann Georg Pupp, il quale cominció a costruire qui il famoso albergo. Nella prima metá del 19 secolo Karlovy Vary viene frequentata da personaggi illustri da tutta l´Europa come Johann Wolfgang Goethe, Friedrich Schiller, Theodor Körner, Ludwig van Beethoven, Fryderik Chopin, N.V.Gogol, F.Lizst, S.Freud, J.Barrande, H.Schliemann, A.Dvořák, K.Marx, J.Brahms, R.Wagner, Niccolò Paganini, E.Grieg e tanti altri. Il capitolo triste erano ovviamente le due guerre. Nell'ottobre del 1938, dopo la visita di Adolf Hitler, la città di Karlovy Vary fu occupata dall'esercito tedesco e in seguito annessa al Terzo Reich come parte integrante della cosiddetta regione dei Sudeti: gli ultimi cittadini di nazionalità ceca sono andati via. La situazione cambió peró dopo che l´Armata Rossa liberó la cittá. Sulla base degli accordi della Conferenza di Potsdam, tra il 1945 e il 1946 la popolazione tedesca di Karlovy Vary fu espulsa e trasferita in Germania e in Austria. Seguì un complesso processo di ripopolazione della regione da parte dei cechi. Dopo il 1948, le cure termali di Karlovy Vary vennero centralizzate e statalizzate; le sorgenti minerali curative e le strutture termali furono nazionalizzate. Nel 1989 é cominciato il libero sviluppo delle attività termali ed imprenditoriali. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica e del "Blocco Comunista", sono venuti qui tanti imprenditori russi a investire. Per quanto riguarda i turisti oggi al primo posto sono i russi. Il collegamento diretto con Mosca assicura l´aeroporto nelle vicinanze.

FONTI TERMALI

In Reppublica Ceca si trovano piú di 30 centri termali. Al centro del triangolo termale si estende la regione montuosa del parco naturale Slavkovský les (Foresta di Slavkov). In tutta questa zona ci sono più di mille aperture nella terra da cui sgorgano in superficie sia le acque minerali, sia le fumarole dei gas, compreso il pungente ossido di carbonio ed il maleodorante acido solfidrico. Le acque minerali sono di tre tipi

 1. - semplici acque minerali acidule

gassate da ossido di carbonio, ad un basso contenuto di sostanze minerali

2. - le acque minerali gassose

il contenuto di minerali è maggiore di 1 g/1 litro di acqua

3. - le acque gassose di Karlovy Vary

Il contenuto particolarmente alto di sostanze minerali ed una temperatura che raggiunge addirittura i 73,4 °C  La maggioranza delle acque di Karlovy Vary sono di tipo "termale" - la temperatura supera 20°C. Le 80 fonti che sgorgano ogni giorno 6 000 000 di litri d'acqua sono prevalentemente carboniche e acidule con altissimo contenuto dei minerali (6-7 gr per litro). la temperatura oscilla tra i 30 e i 73 °C. Sono acque adatte per il trattamento delle malattie del sistema digestivo e metabolico, patologie croniche della spina dorsale e delle articolazioni.    

LA STORIA DELLE CURE TERMALI

Le sorgenti a Karlovy Vary erano presenti fin dalla fondazione della cittá ma nel Medioevo la gente non si interessava della propria salute e della potenza curativa dell ´acqua termale non si sapeva molto. Fino alla fine del XVI secolo, il metodo curativo principale si limitava ai bagni nell'acqua termale. In molte case si trovavano bagni privati.  I metodi curativi erano piuttosto drastici - i malati furono immersi nell'acqua minerale calda per 10-12 ore e oltre. Il risultato: attraverso la pelle screpolata uscivano le malattie dal corpo. Almeno ci si credeva...Dopo i medici iniziarono a raccomandare anche bere le acque minerali. Piú litri al giorno, meglio é Fino a 60 boccali al giorno, cioé 6-8 litri di acqua. Il risultato: il sale di Glauber contenuto nei liquidi provocava la diarrea, l'organismo malato si purificava. Almeno ci si credeva... 16.sec. 1522 - il medico Václav Payer pubblicò a Lipsia il primo testo specializzato sulle cure di Karlovy Vary in cui suggeriva di alternare l'assunzione delle acque termali ai bagni. 18.sec Con il dottor David Becher (1725-1792), arriva la modernizzazione della balneologia. Bere le acque in quantitá ragionevole direttamente alla sorgente diventó di norma.

Le cure idropiniche sono ottime per curare la gastrite, disturbi reumatici, affezioni respiratorie, problemi dermatologici e patologie dell’apparato sessuale e del sistema urinario. La somministrazione delle acque favorisce il raggiungimento dell’equilibrio metabolico.

dove alloggiare

hotel Imperial

Costruito 1912 dall´architetto francese Ernst Hebrard il quale a sua volta si ispiró da un albergo Royal sulla riva  del lago di Ginevra. 1940 hotel serví da lazzaretto nazista, 1945 il governo cecoslovacco lo regaló ai sovietici per esprimere gratitudine per la liberazione alla fine della 2nda guerra mndiale. 1957 hotel fu restituito alla Repubblica cecoslovacca. 1992 privatizzazione. L´ultima ricostruzione avenne 2003 - 8

CASTELLO KARLŠTEJN

www.hradkarlstejn.cz 

Per chi arriva a Praga per almeno tre giorni interi la visita di mezza giornata del castello di Karlštejn puó essere una buona idea. Infatti quasi tutte le agenzie viaggi locali offrono quest´escursione. Ogni anno va a vedere La Pietra di Carlo, come si puó tradurre il suo nome, piú di 300 000 visitatori.

Dove é Karlštejn? 

Karlštejn si trova in Boemia Centrale 33 km a sud-ovest di Praga in posizione spettacolare tra i boschi, nel Parco naturale del Carso Boemo

Cosa significa per i cechi?

Significa molto, é  uno dei  simboli dell´epoca piú gloriosa delle Terre del Regno di Boemia. Proprio cosí fu chiamato il nostro paese nello stesso anno 1348 - in cui Carlo fece fondare Karlštejn per custodire tesori reali come  i gioelli dell’incoronazione e le preziose reliquie dei santi.

Come é Karlštejn e vale la pena di andarci?

Francamente, bello fuori, sobrio dentro. Ve lo dico subito per evitare delusioni.  „Il castello“ non vuol dire sempre ambienti sfarzosi riccamete decorati con mobili d ´epoca.  Puó essere visitato per il suo significato storico, per la sua posizione spettacolare, per lo stile architettonico. Tutto questo offre  Karlštejn, il castello prediletto di  Carlo IV, il sovrano di Boemia  piú amato ed imperatore del Sacro Romano Impero. In breve: chi é rimasto deluso da Castel del Monte non ci vada. Chi invece ne é rimasto colpito, gli consiglio di andare anche a Karlštejn. D´altra parte non é che gli interni sono completamente vuoti. Nell´ultimo tempo vi sono stati portati altri mobili, quadri, suppellettili.

Con la prenotazione potete visitare il gioello dell´arte gotica la Cappella di Santa Croce nella Torre Grande. Lá si rimane a bocca aperta, la decorazione della cappella é straordinaria.  La parte bassa delle pareti è abbellita con pietre dure e stucchi dorati. La volta, completamente dorata e decorata con specchi veneziani, crea effetto del  cielo notturno con le stelle. Vi è una collezione unica di 129 dipinti su tavola, la maggior parte del maestro Theodorico, raffiguranti santi, papi e vescovi, sovrani e dottori della legge. Si tratta della più grande collezione della pittura gotica al mondo. La Cappella della Santa Croce,  era talmente stimata dall’imperatore Carlo IV che ci entrava scalzo, a testa bassa e all’entrata fece mettere 3 porte di ferro corredate da serrature. Per decorarla gli autori si sono ispirati alla descrizione del Gerusalemme celeste nel libro della Bibbia - Rivelazione.

curiositá - Karlštejn + Montecarlo

13 luglio 2002 nella cittadina toscana 4 chilometri da Lucca é stato firmato il Contratto di Gemellaggio. Montecarlo é stato denominato in onore del principe Carlo, il futuro imperatore Carlo IV nel 1333

Il villaggio Karlštejn

Ricordo ancora i tempi quando il villaggio di Karlštejn viveva la sua vita tranquilla e si animava solo in primavera e d´estate quando sabato o domenica pomeriggio arrivavano famiglie ceche con bambini per visitare il castello. Pochi turisti, nessun negozio di cristalli, uno o due ristoranti locali, una pasticceria, un negozio di alimentari. Il boom é cominciato all´inizio degli anni Novanta. Chi possiedeva la casa che dava sulla strada principale poteva sentirsi bacciato dalla Fortuna. I garage  e altri spazi al pianterreno sono stati adibiti a negozi di cristalli, marionette, souvenir di ogni genere. Dalle 9.00 di mattina al tardo pomeriggio il parcheggio nei pressi del fiume Berounka si  riempiva dai pullman, pulmini, macchine. I menú nei ristoranti locali sono stati scritti in inglese, tedesco, francese, piú tardi anche in spagnolo, italiano e russo.   Poi é venuta la crisi e non tutti hanno sopravissuto. Attualmente al posto ci sono meno cristalli ma per i turisti ce né ancora abbastanza. La scelta dei souvenir é vasta, i prezzi un po´piú abbordabili rispetto Praga. Si puó mangiare bene e spendere poco, sempre rispetto Praga. Nel menú trovate anche la trota fresca. Il comune di Karlštejn  ha 1209 ettari e ci vivono 760 abitanti.

Il musicista cieco

Una delle leggende piú note racconta di un  musicista cieco che al castello suonava il liuto accompagnato dal suo fedele cane Sigi. Un giorno fu invitato a Karlštejn  il conte di Brunswick che arrivó con il suo cameriere. Durante il banchetto il perfido cameriere decise di uccidere il padrone offrendogli il vino avvelenato per far ricadere la colpa sull´ospite. Il conte peró passó il calice al musicista. „Hai suonato cosí bene, prendi un po´di vino“. L ´uomo ringrazió e alzó il bocale. In quel momento il suo cane gli saltó sulle ginocchia, bevve tutto il contenuto del bocale e dopo un attimo cadde morto per terra. Il cieco accarezzó il suo amico per l´ultima volta e disse al conte: „Gentile signore, il vino era destinato a portarLe la morte.“ Come era punito il cameriere perfido il musicista non lo venne a sapere. In breve tempo morí di tristezza sentendo troppa mancanza di Sigi. 

kroměříž

Regione Moravia, comune di  Zlín sul fiume Morava, Abitanti: 29 000 

1997 Kroměříž proclamata la piú bella cittá storica del paese e 1998 la iscrive UNESCO sull´elenco del Patrimonio culturale per il castello e due giardini. TRADIZIONI:  festival internazionale delle bande militari e festival della musica spirituale. Molti film girati qui – Amadeus, favole 

STORIA 

Il primo insediamento viene menzionato nel 12 sec., amministrato dal vescovado di Olomouc. Nel medioevo c´era il guado e incrocio delle vie dell´ambra e del sale. 1260 –  vescovo Bruno di Schauenburg concede al borgo mercantile diritti cittadini. Kroměříž fu promossa cittá. Costruito il castello gotico, capitolato di san Maurizio e fortificazioni. Cittá diventa sede estiva dei vescovi di Olomouc.15 -16.sec. -  dal castello gotico al palazzo rinascimentale. Durante la Querra di 30 anni la cittá due volte fu asediata da svedesi del generale  Torstenson. 1848 seduta dell´assamblea costituzionale dell´impero austriaco. 

CITTÁ 

Piazza grande - fontána barocca – su esempio della fontána del Tritone di Bernini a Roma – 4 delfini 

Casa hejtmanský n.40 – collegate 2 case rinascimentali. Qui viveva burgravio – responsabile della gestione comunale. 

Porta del mulino – unica conservata delle 3 porte originali. Faceva parte delle fortificazioni. Primo barocco 1665 

Giardino sotto il castello – 47 ettari 

CASTELLO 

Primo barocco, sede estiva di vescovi di Olomouc, pinacoteca – Tiziano, Luca Giordano,  Veronese, Aniballe Carracci,  Lucas Granach.

Grande collezione di monete vescovili- hanno avuto diritto di coniare monete.  

KUTNÁ HORA

La cittá di Kutná Hora si trova nella Boemia Centrale circa 65 km da Praga verso l´Est, 254 metri sopra il livello del mare. Grazie ai suoi monumenti storici in stile gotico il centro cittadino é stato iscritto nel 1995  nella lista del Patrimonio culturale dell´UNESCO. La storia di Kutná Hora é strettamente legata all´estrazione dell´argento. La leggenda vuole che l´argento venne sulla superficie spontaneamente. Correva l´anno 1260. Nelle vicinanze della cittá si trovava il monastero dei cistercensi. I monaci lavorarono nei campi e alle vigne. Dopo una giornata di duro lavoro al campo un monaco cistercense Antonio  si sdraió per terra e si appisoló. Quando si sveglió vide tre verghe d ´argento spuntate dalla terra. Le coprí con la tonaca e corse in abbazia annunciare la scoperta. In ceco la tonaca si dice KUTNA, oggi questa parola viene usata per il mantello dei minatori. La cittá quindi ottenne il nome KUTNÁ HORA.

In 400 anni dell´esistenza dell´industria mineraria si estima che da sotto della terra sono state estratte circa 2 500 tonellate di argento e 100 000 tonellate di rame. Nell´ambito d ´Europa centrale il territorio di Kutná Hora era uno dei piú importanti giacimenti del minerale d´argento. Nel 13 secolo un terzo della produzione europea d´argento proveniva appunto da Kutná Hora. Cosí la cittá diventó la seconda cittá piú ricca nel Regno di Boemia subito dopo Praga. Infatti, ancora oggi guardando la maestosa cattedrale di Santa Barbara si percepisce la rivalitá di queste due cittá nel medioevo. Nel 13 secolo Kutná Hora visse il periodo della „febbre d´argento". Se oggi ci vivono 21 000 abitanti, 700 anni fa il desiderio di diventare ricchi fece venire qui decine di migliaia di persone. Si aprivano sempre nuove miniere attorno alle quali sono cresciute piccole case allora di legno, trattorie, botteghe, negozietti. Piú tardi sotto il regno del re ceco Václav II. l´estrazione d´argento viene organizzata e controllata e la cittá di Kutná Hora riceve lo status della cittá reale. Fortunato chi riuscí ad accumulare ricchezza prima dell´anno 1300. Allora fu emanata la famosa legge regolatrice l´estrazione - IUS REGALE MONTANORUM. Diceva tra l´altro che solo il re ceco ha diritto di possedere tutti i filoni d´argento trovati sotto terra su tutto il territorio di Kutná Hora. I metodi di estrazione, lavorazione e commercio dell´argento furono descritti nei minimi particolari. Chi giá possedeva una miniera poteva proseguire estrarre il minerale ma doveva pagare le tasse. Nello stesso tempo si svolse anche la riforma monetaria e nel centro di Kutná Hora al posto della ex fortezza fu fondato il Cortile monetario, cioé la Zecca dove si coniavano i famosi grossen praghesi, in quel tempo una delle valute piú forti in Europa .´ Anche se nella seconda metá del 17 secolo comincia il declino inevitabile della cittá causato dall´esaurimento delle miniere d´argento, basta girare le strade e stradine nel centro per capire che Kutná Hora visse davvero il periodo glorioso. Il simbolo della cittá é senz´altro il capolavoro gotico -

la cattedrale di Santa Barbara (CHRÁM SV.BARBORY), della protettrice dei minatori, costruita nel 14 secolo. La cattedrale occupa il secondo posto per grandezza in Boemia. Le cattedrali di solito le fondavano i rappresentanti del potere profano - re, imperatori, oppure quelli della chiesa - arcivescovi. Per questo é importante sottolineare che a Kutná Hora non era cosí. Il ceto piú ricco furono i cittadini stessi, piú precisamente cittadini arricchitisi grazie alle miniere. Proprio loro nel 1388 fondarono la cattedrale dedicata alla loro protettrice santa Barbara.

I mezzi erano piú che sufficienti da poter permettersi di invitare a Kutná Hora i migliori architetti da Praga. Il primo progettista del Duomo fu il figlio del famoso costruttore di San Vito praghese Petr Parléř, Jan. 200 anni dopo vennero qui altri due architetti praghesi non meno famosi - Matyáš Rejsek, autore della Porta delle Polveri (PRAŠNÁ BRÁNA) e Benedikt Rejt il quale costruí l´immensa Sala Vladislao (VLADISLAVSKÝ SÁL) al Castello di Praga. Basta guardare bene il soffitto della cattedrale decorato dalla volta a costoloni - la soluzione architettonica molto simile come appunto nella Sala Vladislao. La costruzione della cattedrale rifletteva precisamente la situazione economica di Kutná Hora. Piú si esaurivano le miniere d´argento, piú si rallentavano i lavori al Duomo. Nel 1558 cessarono del tutto e il Duomo fu racchiuso dalla parete provvisoria. Solo nel 1905 la cattedrale di Santa Barbara si poteva considerare finita.

La Corte italiana (VLAŠSKÝ DVŮR) prima funzionava come la fortezza circondata dalle mura possenti sopra il fiume Vrchlice. Siccome era l´unico posto fortificato dal 13 secolo serví come il deposito d´argento estratto e piú tardi qui furono trasferite tutte le altre zecche del Regno di Boemia - da Praga, da Brno, da Jihlava e dagli altri posti. Per volere del re si cominció con la coniatura delle nuove monete. A Kutná Hora furono invitati i coniatori esperti da Firenze che rimasero qui per parecchi decenni. Nel loro omaggio la corte fu chiamata la Corte italiana. 

L´odierno Museo regionale HRÁDEK fu costruito come la casa fortificata nel 1312. Due secoli dopo la compró ricco canceliere reale Giovanni Smíšek. In ceco „smíšek" vuol dire l ´uomo allegro, ridente. Non c´é dubbio che Smíšek si quadagnó il suo nome. Ricchissimo come era girava le strade di Kutná Hora sempre di buon umore e nonostante il divieto reale di colare il minerale d´argento privatamente continuava a occuparsene. Come oggi alcune persone hanno necessitá di dimostrare la loro richezza e influenza cosí anche Smíšek investí nella sua bellissima casa patrizia. Fino ad oggi si sono conservate le volte a costoloni tardogotiche e gli affreschi rinascimentali sui soffitti.

Di solito fa parte della visita di Kutná Hora anche l´ossario di Sedlec, in periferia della cittá stessa. Di che cosa si tratta? Lo potete leggere qui 

sotto la voce DARK TOURISM

MARIÁNSKÉ LÁZNĚ

oasi verde con acque termali

La cittadina termale é situata all´ovest della Boemia, nella regione di Karlovy Vary, sul pendio sudoccidentale della Foresta di Slavkov, ad un’altezza di 600 metri sul livello del mare. Mariánské lázně in passato era piú nota con il nome tedesco di Marienbad.  Il nome Marienbad deriva dalla Sorgente di Maria, così chiamata in riferimento ad un quadro della Madonna che, a quanto si dice, un soldato di ritorno dalla guerra aveva affisso come segno di ringraziamento nei pressi della sorgente che aveva curato le sue ferite. É la seconda cittá termale boema per grandezza con piú di 100 sorgenti minerali di cui in cittá ce ne sono 40.

Storia del posto                                                                                                                

Giá dal basso Medioevo ci passava il sentiero dalla Baviera vicino al quale successivamente si formarono piccoli villaggi.  Il posto allora era la vallata paludosa.  Piú tardi il territorio apparteneva al monastero dei premonstratensi nella localitá Teplá. E furono proprio i monaci a purificare le fonti, riparare il sentiero di accesso e provare di usare acque minerali per curare malati.           

1528 - Il primo documento scritto sulle sorgenti locali, una lettera dell’imperatore Ferdinando I d ´Asburgo all’abate del monastero, risale al 1528.  

1679 - Il noto storico boemo Bohuslav Balbín elaboró il primo studio scritto sulle acque minerali acidule. 

1779 nasce il centro termale vero e proprio. Un ruolo fondamentale in questo processo lo svolse Josef  Nehr, medico del monastero, il quale  convinse l’abate e alcuni monaci a provare le cure termali. Il dottor Nehr eseguì anche un’analisi chimica delle sorgenti e decise di utilizzarle nella cura dei malati. Cominciano a venire i primi pazienti, si costruiscono case di cura.

1818 - fu inaugurata la prima staggione termale e nel 1818, Marienbad ottenne lo statuto di cittadina termale.Mariánské Lázně diventó città nel 1865 e grazie al clima, sorgenti e aria pulita oggi appartiene tra le cittá termali piú famosi nel nostro paese e  una delle più frequentate in Europa.

1897 - a Mariánské Lázně arriva un ospite illustre –il Duca di Lancaster Edoardo VII. Il futuro sovrano britannico s’innamorò a prima vista della cittadina, che visitò complessivamente nove volte.  Fortunatamente, la Seconda Guerra Mondiale risparmiò Mariánské Lázně, il nucleo storico rimase quasi intatto. Mariánské lázně é la Cittá verde – Václav Skalník, un architetto praghese specializzato nei giardini, trasformò questa inospitale zona boscosa e paludosa in un maestoso parco all’inglese. 

Passeggiata per il centro

Colonnato principale (Hlavní kolonáda)Nella parte piú alta della cittá la quale é considerata il centro vero e proprio si trova il colonnato piú bello in stile neobarocco. Risale al 1889, fu progettato da due architetti viennesi  e il materiale é la ghisa la quale cominció ad essere usata come materiale edile priprio in questo periodo. Come 200 anni fa qui passano sia pazienti che turisti e visitatori della cittá con appositi bocali o tazzine e sorseggiano le acque di tre sorgenti KřížovýKarolinin e Rudolfův. Le immagini sul soffitto dipinto, simboleggiano il desiderio dell’uomo di volare, e i quattro rilievi in bronzo raffiguranti alcuni eventi storici della cittadina termale.

Fontana cantante (Zpívající fontána) La fontana cantante davanti al colonnato è una delle attrazioni di Mariánské Lázně dal 1986. Grazie ai sette sistemi d’impostazione del getto d’acqua è possibile creare diverse decine di combinazioni, basta venire nel momento giusto, cioé ogni ora dispari. Gli spettacoli piú belli sono ovviamente quelli serali con la musica e gioce di luci e acqua. La fontana funziona solo durante la stagione termale principale,  dalla fine di aprile alla fine di ottobre.

Chiesa cattolica dell’Assunzione della Vergine Maria (Římskokatolický kostel Nanebevzetí P.Marie) Costruzione in stile neobizantino su pianta ottagonale del 1848, progettata da J. J.Guthenson di Monaco in Baviera. Il dipinto sull’altare principale è una copia adattata dell’Assunta del Tiziano, i 33 scalini simbolizzano gli anni di Cristo.

Chiesa ortodossa di San Vladimiro (Pravoslavný kostel sv. Vladimíra) Aperta nel 1902 per i numerosi visitatori russi della cittadina termale, questa chiesa fu costruita in stile russo-bizantino dall’architetto di Františkovy Lázně G. Wiedermann. L’interno della chiesa è riccamente decorato da dipinti, preziose icone e ornamenti. Il più raro capolavoro artistico  è l’iconostasi maiolicata della chiesa, che ottenne il Gran Premio di Francia nell’Esposizione mondiale di Parigi del 1900.

Chiesa anglicana (Anglikánský kostel) Edificio in stile neogotico del 1879, costruito secondo il modello delle chiesette di campagna inglesi. La struttura comprende una sala per concerti ed esposizioni, e ospita anche una mostra dedicata al sovrano inglese Edoardo VII, il quale partecipava alle funzioni religiose della chiesa durante i suoi soggiorni termali.

Terme Nuove (Nové lázně) Costruzione del 1895 in stile neorinascimentale italiano. La parte superiore centrale è decorata con un gruppo di statue allegoriche simboleggianti l’importanza dell’acqua in ambito terapeutico. Tra i gioielli di questa struttura sono degni di attenzione i bagni romani, edificati sul modello di quelli romani di Budapest e dei bagni comunali di Vienna. Al pianterreno si trova la Cabina Reale, originariamente utilizzata per gli ospiti più nobili.

Společenský dům Casino Edificio del 1901 in stile neorinascimentale italiano con tre ampi saloni. La sala centrale in marmo è utilizzata per le attività culturali, quelle laterali sono ad uso ristorativo. Le statue della facciata simboleggiano le singole arti.

Terme Centrali (Centrální lázně) Costruito nel 1892 nello stile neorinascimentale italiano, è l’edificio termale più grande della città. Grazie a un corridoio di collegamento, oggi le Terme Centrali costituiscono una struttura unica con le Terme Nuove. All’interno del cortile sgorga la Sorgente di Maria. È un luogo caratterizzato da imponenti eruzioni di anidride carbonica naturale che successivamente si discioglie nell’acqua superficiale.

Colonnato delle Sorgenti di Rodolfo e Carolina (Kolonáda Karolinina a Rudolfova pramene) L’originario colonnato del 1872 è stato sostituito da una copia nel 1989. Nel colonnato sono convogliate le acque della vicina Sorgente di Carolina, così chiamata in onore della consorte dell’imperatore Francesco I, e della più lontana Sorgente di Rodolfo, intitolata al principe Rodolfo.

Padiglione della Sorgente della Croce (Pavilon Křížového pramene) L’originale costruzione in stile Impero e classicista del 1818 fu sostituita nel 1912 da una copia fedele, successivamente ristrutturata più volte. Due pozzi captano la Sorgente della Croce. Nel 1808 il Dott. Johann Josef Nehr, medico del monastero di Teplá il cui busto si trova nel cortile del colonnato, inaugurò in questi spazi la prima stagione termale. All’interno del padiglione è convogliata anche l’acqua delle più distanti sorgenti di Carolina e di Rodolfo. La doppia croce dorata (croce cardinale) collocata sulla cupola del padiglione ricorda la partecipazione del monastero dei Premostratensi di Teplá alla costruzione del centro termale.

Teatro civico N. V. Gogol (Městské divadlo N. V. Gogola) Costruito nel 1868 e ristrutturato in stile liberty nel 1905, il teatro è intitolato a N. V. Gogol, celebre ospite termale, scrittore e drammaturgo russo.

Le acque minerali

Mariánské Lázně deve la sua fama all'acqua ricca di minerali. Le sorgenti erano note agli abitanti della zona già nel 13 secolo, ma i loro effetti curativi iniziarono ad essere sistematicamente studiati solo alla fine del 18 secolo. Ci sono oltre 100 sorgenti minerali, di cui circa 40 solo nel territorio comunale. La stretta vicinanza di sorgenti molto diverse costituisce una rarità. La temperatura delle sorgenti oscilla intorno ai 7°C - 10°C, per cui si tratta di acque minerali acidule ipotoniche fredde ricche di diossido carbonato e di ferro.      

Le sorgenti più conosciute e usate il più spesso sono Křížový (Sorgente della Croce), Ferdinand, Rudolf, Lesní, Karolínin, Mariin e Ambrovy. Di regola si prescrive un’assunzione orale di 750 ml di acqua al giorno. I bagni riducono la pressione sanguigna, migliorano l’attività cardiaca e renale, la circolazione sanguigna nel cervello e negli arti inferiori. Le diverse acque minerali vengono usate a cure di acqua minerale, a bagni di acido carbonico. Il diossido carbonato viene usato a bagni secchi (mofetta) e punture. Una cura complessa contiene: avvolgimento di torba, impacco di fango, acquaterapia, electroterapia, terapia luminosa, ginnastica, massaggio, inalazione, dieta, istruzione igienica e diversi esercizi.

MĚLNÍK

Il nome della cittá di Mělník deriva dalla vecchia espressione slava „mělný“ il che significava biancastro. Di questo colore era la pietra della collina sulla quale oggi si erge il castello. Nel 9 secolo si trovava qui l´insediamento della tribú slava Pšované. Tra altro di questa tribú proveniva la nonna di san Venceslao, Ludmila. La prima costruzione di legno al posto dell´odierno castello si chiamava proprio Pšov. Il nome Mělník apparve nel 10 secolo con la nuova fortezza. Successivamente si creó attorno alla fortezza l´insediamento ma era solo nel 1274 quando si scrive di Mělník cittá nel decreto emanato dal re boemo Přemysl Otakar II. Le sue traccie nella storia della cittá lasció anche il re boemo piú famoso, Carlo IV. Era proprio lui che proclamó Mělník „la cittá-dote“. Questo significava che se moriva il sovrano boemo, la sua vedova si trasferí qui per non ostacolare il governo di suo figlio e la sua nuova famiglia. Attorno alla cittá si estendono le vigne, le piú settentrionali in Europa. Il vino si produce qui dal 14 secolo. Carlo IV, educato in Francia alla corte di suo zio, re Carlo di Francia, fece portare a Mělník i vitigni della zona di Bordeaux e li fece incrociare con quelli locali. La cittá fiorí fino al 16 secolo ma poi venne la Querra di Trent´anni (1618 – 1648) e Mělník fu colpito come la maggior parte delle cittá boeme. Gli incendi, la peste, il saccheggio dalla parte delle truppe svedesi, l´uscita di molti artigiani e vinaioli segnó il degrado grave.

La sorte della cittá di Mělník dipendeva sempre dal suo castello, meglio dire dal suo proprietario. Le cose migliorarono nel 18 secolo quando venne in possesso del castello la famiglia nobile ceca di Lobkowicz. Si cominció di nuovo con la coltivazione dell´uva e nell ´anno 1900 apparvero le prime bottiglie dello spumante sul territorio della Boemia. Dopo la vittoria dei comunisti nelle elezioni il castello di Mělník, come tanti altri castelli boemi, é stato nazionalizzato e alla famiglia Lobkowicz é tornato solo nell´anno 1992.

Attualmente il castello, dove vive il proprietario Jiří Lobkowicz con la seconda moglie e piccolo figlio é aperto al pubblico ogni giorno. Oltre la visita delle sale riccamente arredate si puó scendere nelle cantine e degustare l´ottimo vino locale Ludmila.

Visita della cittá

Mělník non é una cittá grande. Attualmente ci vivono 22 000 abitanti. Nel centro si trova la piazza Náměstí Míru, circondata da palazzi parzialmente rinascimentali e barocchi. Il municipio negli anni Trenta del 20 secolo é stato ingrandito, incorporando le due case ai lati. Sulla facciata si trova una curiositá – due  misure medievali della lunghezza, una boema, l´altra austriaca. Sulla piazza si tenevano i mercati settimanali e chi ne aveva bisogno, poteva controllare se magari non era stato imbrogliato. Chiesa dei ss.Pietro e Paolo risale al 15 secolo, costruita in stile tardo gotico. Sotto la chiesa si trova una curiositá – l´ossario. Anche se non é cosí grande come quello a Kutná Hora (vedi la voce) vi si trovano ossa di circa 40 000 persone. Le ossa non sono buttati lí alla rinfusa ma sono posizionati in modo da formare immagini come cuori, croci e ancore. Il messaggio é ovvio – fede, amore, speranza…

Prima (o dopo) di entrare nel cortile del castello andate a vedere dalla terrazza la confluenza dei due fiumi piú grandi del paese – la Moldava e l´Elba. Curiositá: il fiume piú vasto é …la Moldava che qui peró perde il suo nome e dopo continua verso il Mar Baltico…l ´Elba.

Non chiedetemi perché, non lo so. Oltre i fiumi si vede anche „la bombetta“ come ogni tanto viene chiamata la collina Říp, il posto collegato con la fondazione del paese come racconta la leggenda dell´avo Čech arrivato qui con la sua gente. Forse per la sua importanza noi cechi chiamiamo la collina „il monte Ŕíp“ nonostante i suoi 455 metri…

Il castello Mělník

A differenza da altri castelli boemi questo non é il museo ma é una casa della famiglia Lobkowicz. Passando da un appartameto al altro si ha la sensazione piacevole come quando si entra nella casa degli amici. Solo che al posto delle solite foto di famigliari ci sono quadri ad olio su tela. 

La famiglia Lobkowicz appartiene alla vecchia nobiltá boema e attraverso i quadri   si racconta la sua storia risalente al 14 secolo, cioé ai tempi del nostro re piú famoso, Carlo IV. Nel corso del tempo si sono creati due rami del casato dei quali quella di Lobkowicz rimaneva sempre cattolica. Siccome con l´arrivo degli Asburgo il catolicesimo diventó la fede statale la strada verso la carriera politica di Lobkowicz era aperta. Uno dei personaggi piú di successo era il primo conte Zdeněk Vojtěch Popel di Lobkowicz il quale diventó il canceliere supremo del Regno di Boemia. Il suo unico figlio ebbe altrettanto successo. Quando nacque, sua madre, la contessa Polyxena di Pernštejn ebbe piú di 40 anni ed era considerata praticamente vecchia. É proprio Polyxena la quale regaló alla chiesa praghese della  Madonna Vittoriosa dei carmelitani la statuetta di Bambin Gesú di Praga. Ancora oggi vengono a pregare davanti al Bambino donne che desiderano rimanere incinte. Le preghiere della signora Polyxena, infatti, erano  le prime esaudite e nacque il figlio Václav Eusebius.

E come il castello Mělník passó nelle mani dei Lobkowicz? Semplicemente come la dote dell ´ultimo membro della famiglia aristocratica di Černín, la contessa Maria Ludmila. Nell ´anno  1753  la sposó August Antonín Josef di Lobkowicz e Mělník diventó la proprietá del casato fino ad oggi (tranne il periodo della seconda guerra mondiale – 1939 - 45 e il governo dei communisti – 1948 – 1992) . Nel cortile troviamo decorazioni sia rinascimentali come gli sgrafitti sia barocchi. Gli appartameti sono arredati con i mobili originali spesso trovati nelle residenze dei capi communisti. Il proprietario attuale, Jiří di Lobkowicz ha avuto bisogno di quasi 10 anni per rintracciare tavoli, poltrone, scrittoi.

Camera da letto grande di Jiří Kristián di Lobkowicz  Jiří Kristián, il ritratto del quale é esposto nella sala, era il noto corridore automobilistico. Le vitrine sono piene dei suoi trofei. La sua morte prematura nel anno 1932 durante la gara a Berlino a soli 25 anni, senza figli,  ha segnato la fine di una linea familiare. Il castello  é passato al suo fratellastro Otakar Lobkowicz, padre del proprietario attualeLo studio del cancelliere August Longin Lobkowicz é dedicato alla memoria dell´ uno degli impiegati del alto rango nelľ Impero austro ungarico e governatore della Lombardia. Nella camera dei bambini sono esposti bellissimi ventagli di seta e avorio e diversi gioccatoli di porcelana. Curioso é il modo come sono appese sulle pareti i quadri. Si trovano molto piú in basso del solito perché i bambini possano vederli comodamenteSala da pranzo é decorata da quadri di uno dei migliori pittori boemi del periodo barocco Karel Škréta Оltre le stanze descritto seguono altre fino alla cappella del castelloMa Mělník ha ben altro da offrire. Nelle vaste cantine del castello Vi aspetta ladegustazione dell´ottimo vino bianco Ludmila. Allora facciamo un brindisi?

MONASTERO TEPLÁ

Il monastero e la città di Teplá si trovano poco lontano dalla cittá termale boema Mariánské Lázně, nella Boemia occidentale. Il nome della localitá deriva dalla sua posizione geografica lungo il  fiume Teplá. Giá all´inizio del 12 secolo qui fu fondato un insediamento fortificato slavo.   

Nel 1193 un nobile boemo del nome  Hroznata fondó  il monastero dell’Ordine dei Premostratensi e vi invitò i frati del monastero praghese di Strahov. Hroznata discendeva da un’importante famiglia aristocratica ed era il comandante delle guardie di confine nelle province di Teplá e di Chodsko. La storia della fondazione del monastero si collega alla terza crociata organizzata dall´imperatore  Enrico VI. Nel marzo del 1188 Hroznata decise di partecipare alla crociata, ma la tradizione vuole che prima ancora di salpare alla nave il cielo si coprí dalle nuvole, si scatenó la  tempesta e le onde assomiglirono alle montagne. In poche parole – mare molto mosso... Hroznata,uomo che non vide mai il mare fu preso dal panico e non riuscí di salire sul bordo. Come ricompensa peró , Hroznata promise al Papa di fondare un monastero. Piú tardi  lui stesso entrò nella canonica di Teplá e divenne membro dell’ordine, ricevendo le vesti dalle mani dello stesso Inocenzio III. Tra altro continuò ad amministrare i beni del monastero. Nell anno  1217 durante uno dei viaggi di controllo lungo i confini della proprietà fu catturato da un gruppo di briganti. Hroznata impedì all’abate del monastero di pagare il riscatto chiesto in cambio della sua liberazione, e morì in prigione.  I canonici riscattarono il corpo di Hroznata e lo seppellirono nella chiesa del convento.                                                                                                        

Nel 1232 la chiesa del monastero fu solennemente consacrata dal vescovo di Praga e con lui alla prima messa fu presente anche il Re di Boemia Venceslao I. Il fiorente monastero fu decimato dalla peste nel 1380 ma poi visse il periodo abbastanza tranquillo. Nel 1385 il villaggio ottenne i diritti municipali.

Dopo il periodo di massimo splendore nella seconda metá del 15 secolo con la Guerra dei Trent’anni il monastero subí diversi attacchi e saccheggi dalla parte dell´esercito svedese. Nel 1659 un incendio distrusse il convento e la prelatura fino alle fondamenta. Il loro aspetto attuale è il risultato della ristrutturazione in stile barocco.    Durante la Controriforma, dopo la Battaglia della Montagna Bianca, i Premostratensi ripresero a diffondere la fede cattolica e allo stesso tempo il loro monastero – come quello di Strahov, a Praga  – diventó il centro artistico e scientifico, la sua raccolta di testi continuava ad arricchirsi e furono aggiunti anche una nuova collezione di minerali e un gabinetto di fisica.

Successivamente furono aperte una farmacia e alcune scuderie, furono costruiti un mulino e un birrificio e fu inaugurato un ufficio per la posta e il telegrafo. L’apertura della linea ferroviaria tra Karlovy Vary e Mariánské Lázně collegò il monastero al mondo.  Dopo la seconda guerra mondiale nell’aprile del 1946 i membri tedeschi dell’ordine monastico furono espulsi e trasferiti in Baviera. Al monastero di Teplá fu assegnato un amministratore proveniente da Strahov. Nel 1950 l ´ordine  subí un colpo durissimo dalla parte del governo comunista. Così come tanti altri monasteri cecoslovacchi fu chiuso anche il monastero di Teplá. I beni del monastero furono nazionalizzati. I canonici vennero arrestati dalla polizia segreta, gli edifici del convento in 28 anni  successivi furono utilizzati come caserma dell’esercito popolare cecoslovacco; solo la chiesa e la biblioteca rimasero aperte ai turisti. Il monastero fu restituito all’Ordine dei Premostratensi solo nel 1990, duramente provato da decenni di trascuratezza. Attualmente, la canonica di Teplá conta 18 membri e amministra le parrocchie di diverse aree della Boemia occidentale. Oltre alle regolari messe, il monastero ospita anche concerti e mostre. È possibile visitare le zone aperte al pubblico quasi tutto l’anno.

Il monastero di Teplá  -  luogo di pellegrinaggio  

BEATO HROZNATA

La beatificazione del 16 settembre 1897 ha rafforzato ancora di piú il rispetto tradizionalmente rivolto a Hroznata, che viene commemorato ancora oggi il 14 luglio. Il processo di canonizzazione è stato avviato nel settembre del 2004

Chiesa dell´Annunciazione del Signore

risale al 1232. Dal punto di vista architettonico é un interessante esempio di costruzione nella quale si fondono due stili diversi – il romanico e il gotico. La ristrutturazione in stile barocco a cavallo tra il 17 e il 18 secolo interessò principalmente la decorazione interna come l’altare maggiore decorato di marmi oppure le statue della bottega di Ignác Platzer il quale lavoró principalmente a Praga. In centro della navata centrale si trova il secondo altare denominato l´Altare della Croce. Ignác Platzer elaborò anche un gruppo di statue in legno più grandi raffiguranti i santi (sulle mensole intorno alla navata principale) e quattro Dottori della Chiesa (nel coro della canonica) e una serie di statue più piccole e decorative raffiguranti gli angeli. Il reliquiario che custodisce i resti di Beato Hroznata si trova nella navata settentrionale della chiesa, su un altare in marmo bianco nella cappella a lui dedicata. I resti del fondatore del monastero furono trasferiti qui nel 1898, in seguito alla sua beatificazione . Una pietra incisa, incastonata nel pavimento della chiesa davanti all’altare principale, ricorda il punto in cui Hroznata fu sepolto nel 1217, e in cui è situato anche il sarcofago originale. La decorazione della cappella è completata da due ritratti di Hroznata. Il dipinto ad olio sulla parete destra della cappella lo raffigura come un principe laico insieme ai due monasteri da lui fondati; nell’affresco sul soffitto, invece, è raffigurato nel momento in cui entra in Paradiso, nelle vesti bianche dell’ordine. prelatura il refettorio estivo, le cui pareti sono decorate da un ricco trompe l´œil, L’affresco del soffitto raffigura la Conversione di San Paolo, allegoria della fede e della dottrina cattolica.

Convento                                                                                                                   

Al pianterreno del convento si trova la sala del capitolo, originariamente utilizzata come refettorio invernale. Gli affreschi sul soffitto con ricchi stucchi decorativi del 1913, raffigurano i 12 apostoli e i 9 santi principali dell’Ordine dei Premostratensi. I due più grandi rappresentano la Vergine Maria e la solenne processione che nel 1627 portò i resti di San Norberto da Magdeburgo a Praga.

La sala della biblioteca

La sala principale della biblioteca è lunga, ha una larghezza di 12 m e i soffitti alti. Gli affreschi del soffitto rappresentano una celebrazione dell’Eucaristia, 4 Dottori della Chiesa e 4 evangelisti. La biblioteca del monastero, la seconda più grande di questo tipo nella Boemia  custodisce oltre 100.000 volumi, di cui 1.149 manoscritti (45 codici medievali), ed è una preziosa fonte informativa per gli studiosi. La biblioteca è accessibile ai ricercatori specializzati. Tra le opere piú preziose sono due importantissimi testi germanici, il Poenitentionale, con una preghiera in tedesco antico scritta intorno all’ 830, e il Codex Teplensis, la prima traduzione del Nuovo Testamento in tedesco, risalente ad un periodo anteriore al 1400. Tra gli altri tesori importanti contenuti nella biblioteca del monastero ricordiamo la Vita fratris Hroznatae, la leggenda del fondatore del monastero di Teplá, il libro di preghiere del re Ladislao Pohrobek e un gruppo di 7 codici liturgici dell’abate Sigismondo del 1460 e 1491La biblioteca custodisce anche 540 incunaboli e oltre 750 paleotipi e  circa 30.000 volumi antichi stampati fino al 1800. Il fondo è importante dal punto di vista della bibliografia (particolarmente preziose sono alcune rilegature gotiche, rinascimentali e barocche), della storia ecclesiastica e degli ordini religiosi, ma anche della storia regionale, nazionale e della balneologia, ad esempio in merito alla storia di Mariánské Lázně.

OLOMOUC 
STORIA DELLA CITTÁ 

Il nome originario della cittá fu Iulio montium, o Mons Julii perché in etá imperiale  qui si trovó CASTRUM romano. Gli scavi hanno rivelato il suo fosso. Non si sa quale legione dell´esercito romano vi si trovó ma giá questo ritrovamento confermó la presenza dei romani sul territorio moravo. Infatti per il momento proprio questo é il luogo piú a nord dal fiume Danubio dove arrivarono romani. Oggi al posto si trova il monumento a forma di pietra miliare romana. Il castrum rimase qui fino alla caduta dell´Impero romano, anche i popoli medievali approfittavano  dell´insediamento. Probabilmente ci passava un tratto del famoso sentiero di ambra. 

Le prime fonti scritte di Olomouc risalgono a 1019 quando esisteva il cosí detto  impero della GRANDE MORAVIA. Dopo la caduta dell´impero si crearono 3 parti indipendenti conn rispettive  3 capoluoghi -BRNO, Olomouc, e ZNOJMO. 1063 Olomouc venne elevata al rango di Diocesi di tutta la Moravia. 1182  fu creato il Malgraviato moravo dall'imperatoreFederico Barbarossa. Brno diventó la sede ufficiale dei margravii, alloggiati alcastello di Špilberk, e Olomouc la sede della diocesi cattolica di Moravia . 1306 il re Venceslao III si fermò qui durante la sua spedizione in Polonia, dove intendeva battersi con Ladislao I. per reclamare i propri diritti sulla corona polacca, ma venne assassinato - dinastia dei Přemyslidi si estinse.

1267 si usa giá lo stemma di Olomouc – aquilla a scacchi e anche la bolla. Arrivano ordini mendicanti, domenicani, minoriti, poi clarisse. Il centro diventa la piazza Horní. Periodo di Lussemburgo é considerato il periodo d´oro. 

1314 -  Padre di Carlo IV – Giovanni Lussemburgo emanó il decreto dove la cittá é chiamata „prima in Moravia“  Durante il governo di fratello minore di Carlo, Jan, Olomouc visse il periodo di grande splendore. Purtroppo Jan morí presto, ancora giovane, forse avvelenato e comincia a sentirsi la concorrenza dalla parte della cittá di Brno. La nobiltá morava promuove ora una, ora altra cittá e  due cittá diventano avversari. Esistono persino doppie tavole catastali, Il tribunale risiede oral í ora qui. Nonostante questa confusione Olomouc ha nel 15 secolo  30 000 abitanti e diventa la seconda cittá piú grande dopo Praga. 1573 il Collegium Nordicum  collegio fondato da gesuiti -2.universitá nel paese 

La Guerra dei Trent'anni significa la rovina, Olomouc per 8 anni é occupata delle truppe svedesi e dopo si riprende molto lentamente. La situazione migliora durante il governo di Maria Teresa d´Asburgo, tra altro si costruiscono bastioni.   Imperatrice visita Olomouc 2 volte – per vedere come procedono il lavori della fortificazione. Parla al popolo in tedesco, infatti la nazione germanica prevale. La "madre" é molto popolare tra gli abitanti. Difendono per lei la cittá  e Olomouc infatti resiste all'assedio di Federico il Grande di Prussia.                                   

Periodo barocco – pian piano la cittá torna  ad essere importante, costruiti palazzi e chiese. Per lo sviluppo della cittá ha grande importanza il principe Carlo II von Liechtenstein-Kastelkorn, che era elletto anche vescovo di Olomouc, un committente visionario e molto facoltoso. Grazie a lui a Olomouc vengono chiamati artisti dalla corte viennese, molti italiani. Architetto Tencalla progettò l'ammodernamento in stile barocco di importanti conventi, chiese e residenze vescovili. 

1622 Olomouc proclama la nuova santa protettrice s.Paolina, martire romana del 3zo sec. Le sue reliquie sono conservate da gesuiti. La legenda vuole che santa Paolina fermó l´epidemia di peste che cominque non risparmió la cittá nel 1713 e 1715. 

1709  Olomouc non fu risparmiato neanche del incendio devastante.

1767 Mozart a 11 anni compose qui la 6.simfonia F–maggiore

1777 con la Bolla pontificia di Pio VI il vescovado di Olomouc venne elevato al arcivescovado. Nel palazzo arcivescovile mezzo secolo dopo abdica imperatore Ferdinando I. in favore del giovanissimo Franceslo Giuseppe che a sua volta rimarrá al trono per ben 68 anni..

SANTUARIO MARIANO A SVATÝ KOPEČEK
CURIOSITÁ DI OLOMOUC

Nella biblioteca del Capitolo del Duomo di Olomouc si conserva il manoscritto originale dell'opera DE RE AEDIFICATORIA di Leon Battista Alberti. 

Da 1998 Olomouc é gemellata con Firenze

Ogni anno in giugno si organizza Rievocazione storica – BENEFACIE DI OLOMOUC

La cittá si trova nella stessa distanza da Praga, Vienna e Budapest.

FONTANE DI OLOMOUC 

FONTANA DI GIOVE 

1735 Dolní náměstí – l´ultima delle fontane barocche della cittá. Giove tiene fascio di fulmini. 

FONTANA DI NETTUNO 

1683  - Poseidone per i greci, dio dei mari. Lottó con il padre Giove che gli spezzó la spada – al famoso tridente. Qui lo tiene girato verso giú, calma le acque e protegge la cittá. 

FONTANA DI ARIONE 

2002 Horní náměstí, Autore é Ivan Theimer – famoso scultore moravo che vive in Francia. La leggenda racconta di poeta e cantante greco Arione salvato dal mare dal delfino richiamato dal canto di Arione. 

FONTANA DI CESARE 

La fontána piú bella e piú conosciuta della cittá. Caesar -fondatore mitico della cittá, infatti guarda verso la colinetta dove si trovava il campo romano. La statua equestre – ispirata da imperatore Constantino di Bernini a Scala Regia vaticana. Ai piedi – personoficazione dei fiumi Morava e Danubio. Il cane – simbolo di fedeltá della cittá al sovrano. 

FONTANA DI ERCOLE 

1687 Nella mano sinistra Ercole  tiene aquila a scacchi, simbolo della cittá che protegge da idra a 7 teste 

FONTANA DI MERCURIO 

1727  - Mercurio é considerato protettore dei mercanti e viaggitori. Si puó notare l´influenza di Bernini.

COLONNA MARIANA DI OLOMOUC 

Eretta dopo l´epidemia di peste 1716 ma la decorazione sculturea fu finita solo nel 1754. La colonno é alta ben 32 metri ed é ornata da  18 statue dei santi, 12 tedofori, 12 rilievi degli apostoli. Santi Protettori: s.Carlo Borromeo, s. Francesco Saverio, s. Sebastiano, s. Rocco, s. Rosalia, s. Caterina Siena, s. Barbara patrona Olomouc – s. Paolina. In cima é colloccata la statua dell´ Immacolata. Nella porta interna la lapide ricorda la visita di Maria Teresa. Nel 2000 la colonna é stata iscritta nell´elenco del Patrimonio culturale di UNESCO. 

CAPPELLA DI Santo jan SARKANDER a olomouc  

Si tratta di uno dei luoghi piú suggestivi di Olomouc. Nella cappella neobarocca si trova la fontana con la fonte di acqua viva del santo Jan Sarkander. Altezza é 6,2 m, il materiale usato é il bronzo. Molto belle sono le conchiglie di granito verde-arancione. Simbolicamente raffigurata la lotta del bene e del male rappresentato da serpenti. Originariamente qui si trovava la prigione cittadina. Nel 1620 qui fu imprigionato e interrogato e torturato Jan Sarkander, oggi uno dei santi boemi. 

Jan Sarkander nacque a Skoczów oggi in Polonia, di padre boemo e madre polacca. Studió dai gesuiti  a Olomouc , all universitá Carlo a Praga e infine alla facoltà di teologia a Graz. Venne consacrato sacerdote a Brno nel 1608, attivo in diverse parrocchie e diocesi nei dintorni di Olomouc. Era il periodo complicato  di eterne lotte tra  protestanti e  cattolici. Essendo bravo predicatore, Giovanni si fece molti nemici tra i protestanti.Nel 1618   scoppió ribellione dei nobili contro il re cattolico, in Moravia molte cheese diventano protestanti. Giovanni andò in pellegrinaggio al Santuario di Czenstochowa e Cracovia per cinque mesi, per poi tornare a Holešov. Poco dopo il re polacco Sigismondo III. arrivó in Moravia per andare in aiuto dell'Imperatore d'Austria, saccheggiò la regione: risparmiò però Holešov dove i fedeli guidati da Sarkander andarono incontro alle truppe polacche in processione eucaristica. Questo evento serví da pretesto per accusare Giovanni di tradimento. Fu arrestato e portato a Olomouc per il processo. Sarkander rifiutó di violare il segreto confessionale, venne sottoposto a diverse torture  e morì in prigione, dopo un mese di agonia nel 1620. Subito dopo la sua morte, il popolo prese a venerarlo ma Sarkander fu beatificato solo nel 1860 e canonizzato dal papa Giovanni paolo II nel 1995. Le sue reliquie si trovano del duomo. 

orologio di olomouc 

OSTRAVA

cittá dei minatori, cuore d´acciaio del paese

PODĚBRADY

Cittá termale Poděbrady dista circa 70 km da Praga. Dico subito che non ci sono molti monumenti storici, é una tranquilla cittadina di 14 000 abitanti nei pressi di Elba, con il castello oggi adibito al museo, il bel parco curato in mezzo della cittá e case di cura quá e lá.

 Le terme si specializzano nelle malattie del cuore, infatti da noi si dice Al cuore vanno bene Poděbrady! Il collonnato é acessibile a tutti, si pagano 2 Kč per il bicchiere di plastica e potete assaggiare l´acqua termale che sa di ferro.Negli ultimi anni sono stati modernizzati diversi sanatori e case di cura dove tutto é sotto l´unico tetto - reparto di balneologia, massaggi, spa, visite mediche ecc. Uno degli edifici piú eleganti é il Cstelletto - Zámeček.

Passeggiando per il centro si gode atmosfera di pace, le ore passano pigre, il relax nel verde é assicurato .

Se proprio avete bisogno di sapere che ora é, a Poděbrady hanno l´orologio speciale sul quale la data viene cambiata ogni giorno.

SVATÁ HORA U PŘÍBRAMI

Il più noto ed il più famoso luogo di pellegrinaggio mariano della Boemia, Svatá Hora, si trova al centro del paese e per questo viene chiamato il cuore spirituale della Boemia.

Della storia più remota si sa ben poco. La prima cappella molto semplice fu costruita per volere del cavaliere boemo Malovec come ringraziamento alla Madonna che lo aiutó a scappare dal bosco pieno di briganti. Piú tardi vennero qui eremiti che si presero cura della cappella e dal 16 sec. abbiamo le prime notizie della statuetta della Madonna di Svatá Hora. Nonostante numerosi conflitti bellici la statueta non era mai distrutta o perché gli stessi soldati la risparmiarono o perché era nascosta in una miniera. I tempi piú difficili furono quelli della querra di Trent´anni. Quando nel 1631 i Sassoni arrivarono in Boemia, Svatá Hora soffrì ancora di più. Divenne un accampamento dell'esercito imperiale e la cappella divenne per mesi stalla per i cavalli.

Nel 1632 accadde qualcosa che influenzò il destino di Svatá Hora. Un mendicante cieco Jan Procházka di Praga nel sogno sentí la Madonna che gli disse – vieni, prega e ti guariró la vista. L´uomo si fece accompagnare da suo nipote di dieci anni e raggiunse questo luogo. La cappella eraabbandonata, tutto sporca e in dispordine  ma sull´altare si trovava ancora la satuetta. Neanche soldati si permettero di rubarla. Il povero uomo cominció a pregare alla Madonna e dopo alcuni giorni la vista tornò come promesso nel sogno. La guarigione del mendicante fu riconosciuta come il vero miracolo alla base delle testimonianze della gente del luogo e dei medici.

La notizia giunse anche alla corte imperiale e l 'imperatore Ferdinando II visitò Svatá Hora nel 1634. La cappella fu ricostruita e decorata. Sequirono altre visite imperiali - L'imperatore Ferdinando III  visitò il luogo nel 1646 per ben due volte: una volta con suo fratello, e la seconda con il figlio col quale si dirigeva a Praga per l'incoronazione. Anche se la guerra minacciò Svatá Hora molte volte, la statuetta di Maria V. fu sempre nascosta in tempo. Dopo la guerra l´imperatore nominó i gesuiti di occuparsi della Madonna e di questo luogo sacro. Pian piano il numero dei pellegrini  aumentò e la cappella risultò troppo piccola. 1659 i Gesuiti decisero di costruire un nuovo santuario con sfarzo barocco dell´epoca e si rivolsero al famoso architetto praghese Carlo Lurago.

La cappella originale fu conservata e attorno ad essa, sulla terrazza elevata, furono costruite 8 cappelle ed altre 14 cappelle nel sottostante chiostro sulla pianta quadrilunga con bastioni ottagonali a torre.  Cosí fu creato un vero monumento nazionale, il cui nome riprendeva il motto dei Gesuiti - per la fama più grande di Dio e di Maria Vittoriosa di Svatá Hora. La nobiltà e borghesia contribuirono alle 22 cappelle, altri mezzi povenivano dai pellegrinaggi.

Nel 1673 l'arcivescovo di Praga benedisse il duomo. La festa durò tre giorni quando e come l´ospite d´onore venne anche lo stesso imperatore Leopoldo I portando molti doni.

Svatá Hora, abbellita con i lavori di molti pittori, scultori, stuccatori ed artigiani locali, diventò una vera meraviglia per i pellegrini che giungevano, anche in grandi processioni, da tutti i luoghi vicini e lontani della Boemia e Moravia. Il loro numero cresceva, la fama del posto si allargava e superò anche le frontiere del paese, le processioni arrivavano dalla Baviera, dall'Austria, dall'Ungheria e da tanti altri paesi. Si sa di circa 1000 miracoli registrati, e l'aiuto della Madonna era ricercato da generazioni di pellegrini a Svatá Hora - la statuetta misericordiosa veniva curata con la massima attenzione e rispetto.

Durante l´anno liturgico la statuetta fu vestita di abiti preziosi.  Furono cuciti tessuti riccamente ornati e nel 1723 fu creata la corazza d'oro battuto, ornata da gemme e perle. Non manca neanche la corona d´oro.  

L'incoronazione delle immagini e delle statue mariane fu introdotta dalla chiesa cattolica nel 1640 grazie al Gesuita italiano Alessandro Sforzo Pallavicini il quale sosteneva che dato che le corone d'oro erano portate dai re a dai principi, questo diritto avrebbe dovuto appartenere anche alla Regina del cielo e a suo Figlio. Con il consenso della commissione speciale del Vaticano tutte le immagini e le statue mariane in Italia e poi in tutti gli altri paesi cattolici furono incoronate. Fu lo stesso quindi anche per la statuetta della nostra Madonna di Svatá Hora che diventò così uno tra i più famosi luoghi di pellegrinaggio al mondo. La prima incoronazione si svolse nel 22 giugno 1732. Per questa occasione furono portati alcuni altari, la Porta Praghese fu coperta con dipinti murali illusori e Svatá Hora fu interamente decorata. La festa durò otto giorni e vi parteciparono molti tra pellegrini, nobili e clero. Ogni giorno si celebrarono fino a 70 sante messe.

Il periodo dell'incoronazione è considerato il migliore dal punto di vista artistico e storico di Svatá Hora. Anche se lo spazio sacrale centrale è limitato, nelle dimensioni originali, grazie alla preziosità del soffitto intagliato in oro, con varie lampade d'argento e dell'altare basso d'oro proporzionalmente equilibrato, dà l'impressione del nartece. Tutte le cappelle furono ornate dagli stucchi di alta qualità degli artisti italiani più famosi che lavoravano in Boemia ma anche dai dipinti originali, inclusi gli stemmi colorati di molti finanziatori. Negli anni seguenti ci fu la tendenza a migliorare e a cambiare molte cose non sempre con successo. Il santuario - la chiesa dell'Assunzione - poteva dopo il restauro accogliere molti più pellegrini ma la magica atmosfera svanì.

Nel 1773 l'ordine dei Gesuiti fu abolito per più di 40 anni e la gestione di Svatá Hora fu trasferita agli amministratori laici. Dopo la partenza dei Gesuiti Svatá Hora soffrì molto. La vita religiosa fu molto limitata da parte dello stato: le processioni furono impedite, i monasteri chiusi e Svatá Hora perse gran parte del suo patrimonio. l priori - spesso vecchi signori - insieme ai preti assistenti avevano difficoltà a gestire il servizio spirituale. Mancavano forze e soldi per le riparazioni.

Quando nel 1861 la cura di Svatá Hora fu trasferita nelle mani dei sacerdoti della congregazione del Santissimo Redentore, redentoristi, non fu facile per loro occuparsi delle varie riparazioni. I dipinti nelle cappelle aperte non erano più riconoscibili o erano distrutti completamente, esattamente come i dipinti dei soffitti e delle lunette. Il programma iconografico realizzato dai Gesuiti fu parzialmente cambiato a seconda delle esigenze della congregazione dei redentoristi. Cambiarono le dediche su alcune cappelle ed alcuni altari e ne aggiunsero di nuove. Tutti i dipinti furono restaurati o ridipinti. Poi i redentoristi chiesero al papa Pio X di concedere alla chiesa pellegrina il titolo di "basilica", il titolo con cui il Santo Padre premia eccezionalmente le chiese più famose. Il papa Pio X acconsentí e nel 1905 promosse Svatá Hora diventando così "basilica minore".

I redentoristi gestirono Svatá Hora in maniera esemplare fino al 1950 quando per 40 lunghi anni dovettero andare via. Nel 1990 sono tornati.

TELČ  

514 altitudine  

5 445 abitanti  

Esempio di una cittadina medievale molto ben conservata. Fino a 12.sec. al posto della odierna cittá si trovavano  boschi profondi e si intersecavano sentieri dei mercanti. Prima fu fondata una fattoria e costruita una rotunda romanica, oggi la parte della cittá chiamata Vecchia. Dal 1315 risalgono le prime testimonianze scritte. L´insediamento era nelle mani dei diversi proprietari, di cui i piú importanti per lo sviluppo di Telč fu il casato di Vítkovci, la famiglia molto potente nella Boemia del Sud. Vítkovci costruirono il castello e le fortificazioni della cittá. Come oggi si presenta la cittá lo si deve a Zachariáš di Hradec che nella metá del 16 sec. fece ricostruire il castello in stile rinascimentale e secodo il modello del castello poi furono costruite anche  case rinascimentali sulla piazza centrale.  

Telč era sempre piuttosto difficilmente accessibile ma grazie a questo fatto oggi possiamo ammirare la sua bellezza intatta dalle costruzioni moderne. Nel 1898  é stata aperta la ferrovia Jihlava-Slavonice-Schwarzenau in Austria e nel 1992  Unesco ha iscritto questa  „perla rinascimentale“ al suo elenco del Patrimonio culturale dell´umanitá. Chi ha bisogno di stare in un luogo tranquillo e romantico, venga a Telč. Appena fuori dal centro cominciano piste ciclabili che passano in mezzo dei boschi e laghi. 

Come ogni cittá medievale anche Telč ha le sue leggende. Eccone due: 

LEGGENDA DEL MUNICIPIO DI TELČ 

La cittá di Telč già nel 15 ° secolo ebbe onore di ossedere il municipio di pietra e in Moravia poche erano cittá cosí importanti e sontuose. Ancora oggi al pianterreno si trova la sala detta mazhauz con la bella colonna tortuosa, segno di bravura del costruttore. E proprio del municipio vi racconto una leggenda. 

Quando naque ultimo erede della famiglia dei Rosenberg - Petr Vok. I suoi parenti –signori di Hradec - allora governanti Telč, decisero di accogliere il bambino al mondo come si deve nelle famiglie nobili e ricche. Prepararono una grande festa. I tavoli sprofondarono sotto la quantitá di carne, selvaggina, la birra e il vino finissimo. Tuttavia, i consiglieri vollero di piú, qualcosa di nuovo e insolito affinché  nessuno si scordasse mai quel evento. Decisero allora di organizzare alla fine della festa fuochi d'artificio, già i preparativi erano spettacolari, come avrebbe dovuto essere il risultato. Il barile con polvere da sparo era preparato in cantina. 

Fin ora tutto bene. I festeggiamenti continuarono per ore e in un certo momento si scoprí che stanno finendo le scorte di vino. Cosí il padrone di casa mandó un servo nella cantina per portarne altro. Si fece tardi e nel seminterrato era buio pesto. Il bravo servitore per non inciampare prese la fiaccola e scese le ripide scale. Per combinazione peró il barile del vino si trovó accanto a quello con polvere da sparo. L´uomo non se ne accorse,   posó la luce proprio sul barile e cominció a versare il vino nella brocca. In quel momento si sentí un boato tremendo seguito da fuochi d'artificio, che sicuramente nessuno poteva mai dimenticare! In aria voló l´intero municipio, il consiglio comunale e tutte le leccornie. Tale benvenuto al mondo certamente lo vedono pochi. 

Per molto tempo la gente del posto raccontava del servo disgraziato che fece saltare in aria il municipio. Anche se in fin dei conti la storia era divertente, la città rimase per molto tempo senza il suo municipio. Il nuovo edificio fece costruire solo il Signor Zaccaria di Hradec. Fino ad allora, la piazza era ornata dalle rovine. 

LEGGENDA DELLA DAMA BIANCA E DELLA ZUPPA D´AVENA DOLCE 

Ai castelli boemi, che appartenevano ai Signori della rosa a cinque petali, di tanto in tanto appariva un essere, vestito di bianco. La gente del posto lo chiamó la Dama bianca. Si dice che si tratta dello spirito infelice della signora Berta trattata male dal marito, il signor Lichtenstein. Un giorno la signora decise di lasciarlo e il resto della sua vita visse al castello di Krumlov e a Jindřichův Hradec che apparteneva a suo amato fratello. Qui prese cura dei suoi nipoti e fece anche ricostruire la parte del castello. Tuttavia, i lavori andarono molto lentamente, i sudditi che lavorarono lí dopo il lavoro svolto nei campi erano giá stanchi. E non ce la facevano piú. Allora la signora Berta venne da loro per incoraggiarli con le parole gentili. In piú promise a tutti che una volta terminati i lavori avrebbero mangiato la zuppa d´avena dolce per ricordare il loro lavoro. 

Berta mantenne la promessa. Da allora, ogni anno in autunno i poveri servi della gleba ricevevano la zuppa d´avena dolce non solo a Hradec ma anche in altri insediamenti dove governavano signori della rosa a cinque petali.

 

Dopo la morte di Bertha il suo fantasma inizió ad apparire ogni volta che stava per succedere qualche evento importante nel casato di Rožmberk o in quello di Hradec. Quando annunciava l'evento gioioso la Dama bianca teneva sempre in mano un mazzo di chiavi. Se invece si aspettava morte di qualcuno, incendio o un altro evento tragico, lei portó guanti scuri. 

La Dama bianca si fece vedere anche a Telč.  Anno Domini 1645, guerri di Trent´Anni. Le truppe svedesi assediarono la città.I soldati si stabilirono al castello e per il popolo cominciarono tempi duri. In piú il comandante svedese ordinó di smettere di distribuire la zuppa d´avena dolce ai bisognosi. Peró presto si pentí di tale decisione perché il fantasma della buona Berta non lasció dormire in pace né lui né il suo esercito. Dopo una settimana il comandante fu costretto rinnovare la vecchia usanza.  

TEREZÍN

Chi non conosce la storia è destinato a ripeterne gli errori..sono parole che proprio  a Terezín suonano in modo piú urgente che altrove. É un luogo triste, opprimente ma importante e merita essere visitato…per non ripetere gli stessi errori. Succede spesso che chi visita Terezín é confuso perché non capisce quale é la differenza tra il campo di concentramento di Theresienstadt, o ghetto di Terezín e tra la Piccola fortezza.

Terezín é una piccola cittá nella regione Ústecký kraj al fiume Ohře. É proprio il fiume che divide la cittá in due – nella fortezza piccola e quella grande. Attualmente ha circa 3 000 abitanti. La città-fortezza fu costruita in dieci anni 1780 – 90 per volere dell´imperatore Asburgo Giuseppe II e denominata in onore di sua madre Maria Teresa. Le possenti fortificazioni dovevano fermare le truppe prussiane e dare a Praga la possibilitá di prepararsi all ´attacco. In realtá non é stata usata mai ai fini militari, piú tardi diventó la prigione di massima sicurezza. Uno dei prigionieri „celebri“ fu Gavrilo Princip, che uccise l'arciduca Francesco Ferdinando erede al trono austroungarico. Durante la visita della piccola fortezza si entra anche nell´ala delle celle di isolamento – fredde, buie, piccole, niente letto o altri mobili, i progionieri dormivano per terra. In poco tempo si ammallavano e morivano. Alla costruzione lavorarono circa 15 000 persone. la fortezza grande ha la pianta ottagonale, la lunghezza totale dei baluardi é 3 770metri. Il sistema dei corridoi sotterranei lunghi 29 km é veramente unico. In cittá si entrava per 4 porte. le mura sono ancora oggi molto spesse e ben ceoservate. Oggi Terezín é considerato un interessante monumento storico dell´architettura militare del 18.sec.

Nel corso della seconda guerra mondiale i nazisti hanno usato la fortezza grande come il ghetto ebraico mentre la fortezza piccola ha servito come la famigerata prigione della Gestapo praghese. Gestapo, in tedesco Geheime Statspolizei, era la polizia segreta dello stato. Dopo la guerra nella cittá di Terezín é arrivata l´armata cecoslovacca approffitando delle caserme ed é rimasta fino a 1996. Oggi nella „cittá“, cioé fortezza grande, si puó visitare il museo del ghetto, le caserme di Magdeburgo dedicate all´attivitá culturale degli ebrei costretti vivere qui prima di essere portati nei campi di sterminio veri e propri come Auschwitz, Treblinka e altri. 

Nel 1940 i nazisti hanno preso la cittá che doveva servire per concentrare lí la popolazione ebraica dell´intera regione Boemia e Moravia destinata a morire piú tardi nelle camere di gas. Prima del 1940 la popolazione era circa 6 000 persone, nel 1942 a cuasa di frequenti trasporti a Terezín si stipavano 87 000 persone. Tra 1941 – 45 per il ghetto sono state passate circa 140 000 ebrei, di cui circa un quarto é morto lí di fame, malattie, per esaurimento. Più di 88.000 furono i deportati dal campo verso i ghetti orientali e i campi di sterminio. Quando la guerra finì solo 17.247 erano i sopravvissuti. Le condizioni di vita a Terezín erano molto difficili: cibo era scarso, le medicine inesistenti, le baracche sovrafollate, pessima igiene. Compresi i neonati portati insieme con le madri, c´erano circa 15 000 bambini nel ghetto. I ragazzi e le ragazze sotto i 12 anni abitavano nelle baracche assieme alle donne; i ragazzi più grandi erano con gli uomini. Gli adulti hanno cercato rendere la vita dietro il filo spinato almeno in apparenza „normale“ soprattutto per i bambini. Gli insegnanti prigionieri sono riusciti a tenere lezioni sbbene questo fosse difficile e pericoloso. Nel campo si sono incontrati molti personaggi famosi come attori, musicisti e cantanti. L'insegnante d'arte Friedl Dicker-Brandeis ha creato una classe di disegno per bambini nel ghetto: si sono conservati oltre 4 000 disegni che Dicker-Brandeis aveva nascosto in due valigie prima di essere deportata ad Auschwitz. Questa collezione per fortuna ha sopravvissuto la guerra, una parte di essa, l´unica al mondo, é esposta nella sinagoga di Pinkas nel museo ebraico a Praga.

Cosí Terezín ha cominciato a servire anche ai fini di propaganda  - al mondo la cittá é stata presentata come il campo residenziale degli ebrei, il modello nazista di insediamento per ebrei. I nazisti all´inizio hanno tollerato l´attivitá culturale dei detenuti, piú tardi l´hanno addirittura incoraggiata per poterla sfruttare e far vedere al mondo come gli ebrei stanno bene nella cittá „regalatagli da Duce“. Cosí nell’estate 1944 il regista olandese Kurt Gerron internato a Terezín é stato incaricato di girare un documentario sulla vita del ghetto-modello. Certo, era una grossa messinscena. Il ghetto é stato completamente ripulito.  Non era solo per il film, si aspettava anche la visita della delegazione della Croce rossa annunciata nell´ottobre 1943.

Le persone magre o malate sono state subito mandate via, verso la morte, tutte le altre sono state forzate recitare una commedia come comparse: un gruppo di bambine, ad esempio,  é stato  ripreso mentre mangiava in abbondanza, qualche ragazzo si lamenta che hanno a cena di nuovo le sardine… Gli adulti hanno dovuto mostrarsi allegri e contenti, passeggiano, chiacchieranno, lavorano in vari laboratori di sartoria e falegnameria. In primo piano si vede una ragazza sorridente che dice: sono a Terezín, non mi manca qui niente…Nel vasto cortile della caserma Amburgo, é stato improvvisato un campo da calcio e organizzata una partita con finti giocatori, mentre un pubblico ancora più finto faceva il tifo. Presto  dopo la fine delle riprese, regista, tecnici e comparse sono stati tutti deportati ad Auschwitz e sterminati come testimoni indesiderati. Quando solo dopo qualche mese dopo la visita annunciata finalmente arrivano rappresentanti della Croce Rossa internazionale e due membri del governo danese, tutto é pronto. Le facciate delle case erano ridipinte, nelle vetrine dei negozi posti i prodotti, piantati i fiori, costruita la sala musicale. La delegazione scrive nella relazione quello che vede in apparenza ed ancora oggi gli storici non sanno se quelle persone erano cosí ingenue oppure giá terrorizzate dall´idea cosa sarebbe successo se avessero scritto la veritá accuratamente nascosta. 

VELEHRAD 

Velehrad è uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio della Moravia, è il luogo memorabile della missione dei santi Cirillo e Metodio. I fratelli bizantini arrivarono in Moravia del sud su invito del sovrano Rastislav nell’anno 863 per affiancare le prime missioni cristiane provenienti dalla Baviera e dall’Austria. Celebrarono  le messe in una nuova lingua comprensibile al popolo, il cosiddetto slavo antico, inventando anche un nuovo alfabeto, il glagolitico. Metodio fu nominato vescovo e i suoi discepoli lavorarono in Boemia ben oltre il periodo in cui i sovrani locali decisero definitivamente di accettare la cultura occidentale. 

Il culto dei due santi apostolici, che sono, con san Benedetto, i patroni d‘Europa, rende Velehrad un luogo di grande interesse anche oltre le frontiere della Repubblica Ceca. 

La fondazione di Velehrad risale all‘inizio del 13.secolo, quando il margravio Vladislav Jindřich con il fratello del re Premysl Otacaro I costruì il primo monastero cistercense della Moravia. I primi dodici monaci arrivarono a Velehrad nel 1205. Verso la metà del 13. secolo furono completate la costruzione della cattedrale dell‘Assunzione della Vergine Maria e il monastero in stile romanico-gotico. La cattedrale originariamente era costituita da cinque navate, e con la sua lunghezza di 100 metri, era allora la chiesa più grande del paese. Le rovine della basilica si sono conservate fino ad oggi – rimangono tre delle cinque basiliche (la piú importante di queste è al centro, decorata con un bellissimo affresco romano) - e sotto terra il lapidario aperto al pubblico e le basi romane.  

Nel 15. secolo la chiesa fu incendiata dagli ussiti; nei secoli seguenti fu più volte ricostruita, e la sua immagine odierna risale ai secoli 17. e 18. Completano la chiesa una coppia di torri in stile barocco. Ai tempi della riforma ecclesiastica di Giuseppe II, il monastero cistercense fu cancellato; da quel momento la basilica divenne una chiesa di campagna senza importanza, tanto che, la sala principale, con le colonne di marmo, fu utilizzata come scuderia. 

Nel 1890 arrivarono a Velehrad i gesuiti, a tutt’oggi sempre presenti fatta eccezione per un periodo di 40 anni, durante il regime comunista. 

Nel 1927, papa Pio IX assegnò alla cattedrale il titolo e i privilegi di una basilica.

Nel 1985, all’anniversario di undici secoli dalla morte di san Metodio, papa Giovanni Paolo II ha dedicato alla basilica La rosa d´oro donata in tutto il mondo solo a Lourdes in Francia, a Guadelupe in Messico e a Cestocova in Polonia. 5 luglio in occasione della festa di Cirillo e Metodio ha luogo il pellegrinaggio più importante. 

ZLÍN

la cittá a cui hanno rubato il nome...

ZLÍN è una città in Moravia meridionale con 80 000 abitanti. Tra gli anni 1949 - 1989 fu chiamata Gottwaldov in onore del Primo Ministro e Presidente della Cecoslovacchia comunista Klement Gottwald. ZLÍN é il fenomeno BAŤABAŤA é il fenomeno scarpa. L´azienda venne fondata qui da Tomáš Baťa nel 1894. In poco tempo da una piccola manufattura artigianale divenne l´ industria di calzature di fama internazionale. La filosofia del successo di BAŤA é la seguente: prodotti di prima qualitá a prezzi accessibili a tutti.

All´inizio del 20 sec. Zlín ha 2 000 abitanti e le sue strade sterrate con oche e galline in mezzo assomiglia piú a un villaggio. Poi arriva la famiglia BAŤA e in 40 anni costruisce una cittá moderna con grattacieli, grandi magazzini, alberghi, studi cinematografici, cinema, ospedali e scuole. Una cittá "americana" in Cecoslovacchia. Come era possibile? All´inizio di tutto questo c´era la volontá di ferro, forza interna e pragmatismo. di TOMÁŠ BAŤA. Due volte  riusc´í a prevenire la bancarotta ma ruppe pure il fidanzamento perché a causa della malattia della fidanzata poteva rimanere senza erede. Le sue visioni erano audaci ma lui era capace di realizzarle.

TOMÁŠ BAŤA  naque in 1876 a Zlín nella famiglia di calzolai e giá a 14 anni  andó a Vienna dove  cercó di realizzarsi producendo pantofole. Senza successo. Tornó quindi a Zlín e insieme con la sorella Anna e fratello Antonín dai soldi ereditati dalla mamma fondarono un calzaturificio.  Giá la prima idea di Tomáš era molto audace. Le scarpe di cuoio erano molto care, Baťa invece usó il telo per una scarpa leggera e la pelle la usó solo per la punta della scarpa. Il successo era enorme.  

Nel 1914, durante la prima guerra mondiale, i fratelli Tomáš e Jan Antonín vinsero un bando dell'impero austro-ungarico di 50.000 scarpe militari. Questa vittoria spiega il fatto che a Zlín praticamente non si trovano monumenti ai caduti in guerra - 4.000 dipendenti della fabbrica di scarpe invece di partire per la guerra dovettero rimanere in fabbrica. Cosí BAŤA salvó loro la vita.

Dopo la querra finiti gli ordini per militari, arrivó la crisi. Baťa rischió di abbassare il prezzo di 50%. E di nuovo ebbe successo, le rimanenze nei magazzini sparirono in fretta.Ma questo é giá il periodo quando Baťa non lavora piú in un calzeficio piccolo. Nel 1906 costruí la prima fabbrica e velocemente furono costruite altre.  Tomáš Baťa investí molto anche nella cittá di cui diventó sindaco, Zlín. La sua morte nel 1932 in un incidente aereo fu il colpo duro non solo per i famigliari, ma anche per partenr commerciali e migliaia di dipendenti. Le ultime volontá nominano come il proprietario unico il fratellastro di Tomáš, JAN ANTONÍN. Il figlio unico che portó il nome del padre, Tomáš, non era ancora maggiorenne.

Negli anni Trenta l´azienda vive i suoi anni migliori.La conoscono in tutto il mondo, in Asia, in Africa. I fratelli BAŤA comprano grandi macchinari, li migliorano e la produzione annuale sale a 50 000 000 di scarpe vendute in 80 paesi del mondo. Ma non solo. Si producono anche pneumatici, calze, prodotti accessori, mattoni, piccoli aeroplani, giocattoli, biciclette. L´azienda gestisce una propria conceria, uno stabilimento tessile e uno forestale, una centrale elettrica e una del gas. I numeri all'epoca erano davvero impressionanti: 

1.500 punti vendita in 3 continenti

67.000 dipendenti,di cui 18.000 a ZLÍN e 49.000 all'estero

5 stabilimenti nella Cecoslovacchia

63 societá in 33 Stati.

Alcuni paesi hanno addirittura adottato dazi doganali specifici per proteggere i produttori locali. Per risolvere la situazione l'azienda di Zlín costruisce i suoi stabilimenti nel tutto il mondo e conquista anche gli Usa . La seconda guerra mondiale peró ha effetti catastrofici. ComincIa ll'occupazione nazista della Cecoslovacchia e molti stabilimenti appartenenti a BAŤA vengono sequestrati. Jan Antoním emigra negli Stati Uniti e dopo in Brasile, il giovane Tomáš in Canada.  Nel 1948 prendono il potere comunisti e subito mettono le mani sul patrimonio di Baťa. Girano false accuse di collaborazionismo.  Zlín diventa Gottwaldov, le scarpe non le produce piú BAŤA ma Svit.  Cosí per 40 anni...

 1989 presto dopo la caduta del regime comunista arriva in Cecoslovacchia Thomas John da TORONTO dove gestí la ditta BATA SHOE ORGANIZATION, piú tardi spostata in Asia. A ZLÍN fonda un'universitá intitolata al celebre padre e l'omonima fondazione. Thomas Baťa appare anche nel mondo della politica - il primo presidente non comunista dopo piú di quarant´anni VÁCLAV HAVEL lo nomina consigliere economico. Una curiositá. Il nonno del presidente HUGO VAVREČKA  gestí la ditta insieme con Jan Antonín e direttore esecutivo Dominik Čipera dopo la morte di Tomáš Baťa.

Oggi la sede amministrativa dell´azienda BAŤA si trova in  Svizzera il grande magazziono di 7 piani dedicato esclusivamente ai prodotti BAŤA lo troverete peró nel centro di Praga , in fondo della Piazza Venceslao.

A Zlín, invece, si puó visitare il capolavoro dell´architettura funzionalista -l´edificio amministrativo degli stabilimenti BAŤA n.21. Il grattacielo é alto 77,5 metri e prima della guerra era il secondo edificio piú alto in Europa. L´anno della apertura1938.

La parte piú curiosa é lo studio mobile del capo dello stabilimento nell´ascensore. C´erano addirittura aria condizionata e il lavabo con l´acqua corrente. Oggi ci si puó dare un ´occhiata ma si muove solo alle ocassioni rare.

Attualmente il grattacielo ospita la sede della Giunta regionale di Zlín, sul tetto si trova il café e la terrazza da dove si gode la vista mozzafiatto.

Aperto:

da lunedí al venerdí 7.30, - 22.00

sabato + domenica: 8.00 - 22.00

Entrata libera 

2004 al Castello di Praga il sig. Tomáš Baťa II. festeggia i suoi novant’anni e  nella Sala spagnola si erano radunati ben seicento invitati, venuti a porgere gli auguri. Tra questi, le massime autorità di Stato, artisti e imprenditori. Al primo posto fra tutti il presidente Václav Klaus e il suo predecessore Václav Havel. Sedici membri della famiglia Baťa compresi quattro figli e nove nipoti hanno cantato al loro famoso familiare anche Happy Birthday. il Castello di Praga non ha  mai vissuto una festa di compleanno simile.

Il nonno  Antonín Baťa é nato nel 1802 a Zlín e, nel 1876 poi, il padre Tomáš. É diventato fondatore del calzaturificio più grande del mondo. A 16 anni se ne andò a Vienna che allora faceva parte dell´impero austro ungarico e quindi si trattava dello stesso stato - la Repubblica Cecoslovacca non esisteva ancora. Due anni dopo, a 18 anni fondò a Zlín, assieme al fratello Antonín e alla sorella Anna, il primo calzaturificio dove, nel ruolo di direttore tecnico, iniziò a realizzare il sogno della sua vita: la produzione meccanica di scarpe economiche ma di qualità. Pensó molto ai suoi dipendenti che chiama invece collaboratori e costruí per loro case con giardini ispirati a quelle a Londra.

Nel 1923 Tomáš Baťa I.diventò sindaco di Zlín e si dedicó alla ricostruzione della sua amata cittá in stile chiamato funzionalismo. Suo figlio Tomáš II. naque a Zlín nel 1914. Da lì andò a studiare a Londra e poi in Svizzera, dove il 12 luglio 1932 lo raggiunse la notizia della tragica morte del padre in un incidente aereo. All’inizio della seconda guerra mondiale Tomáš abbandonó la Cecoslovacchia e se ne andò in Canada, dove fondò un nuovo calzaturificio e una catena commerciale a livello mondiale sotto lo stesso marchio. Oggi la società Bata Shoe Organization é gestita da Thomas Bat’a, nipote del fondatore di questo impero. Il gruppo Bata al giorno d’oggi è attivo in 68 stati e vi lavorano 50 000 persone. Il governo comunista cecoslovacco ha rubato sia il nome alla cittá che quello alla fabbrica. Zlín portò il nome Gottwaldov fino agli anni Novanta e le fabbriche furono nazionalizzate. Quando ero piccola, la mamma mi comprava scarpe da ginnastica prodotte nelle fabbriche di Ba´ta che peró portavano il nome SVIT. Subito dopo la caduta del regime, Tomáš Bat’a è tornato a visitare il suo paese e per il suo compleanno era organizzata la famosa festa al Castello.  

ŽĎÁR NAD SÁZAVOU - CHIESA DI SAN GIOVANNI NEPOMUCENO A ZELENÁ HORA  

É una delle piú originali chiese cristiane per il suo stile insolito detto barocco- gotico, il  capolavoro di Jan Blažej Santini Aichl, un architetto italo-boemo influenzato dall´opera di grande Francesco Borromini. Nel 1994 il santuario è stato dichiarato patrimonio dell´Umanitá dall Unesco e nel 2014 la chiesa é stata restituita alla chiesa cattolica.  

La chiesa, con molte decorazioni progettate da Santini stesso, è famosa per gli elementi gotici ed il complesso simbolismo, una caratteristica quasi unica per l'epoca. Lo stile é conosciuto come barocco-gotico, Santini é l´unico a lavorare in questo stile impresionante. In breve – nell´edificio di stile barocco si possono trovare chiari elementi gotici come le arche ogivali. La pianta dell´edificio ha molti aspetti mistici,  

La chiesa puó ingannare – qui non si trovano chiari elementi portanti come colonne o pillastri e cornici. L´architetto lavoró con la materia e luce, é un po´come modificare una grotta. Il risultato é l´interno molto originale pieno di luce che entra tramite tre tipi diversi delle finestre. Il barocco percepisce la luce in modo simile come lo stile gotico – é il collegamento tra terra e cielo, esperienza spirituale.

Santini era considerato l´architetto capace di costruire in modo gotico nel periodo barocco e questo attraeva gli ordini monastici risalenti dal medioevo come proprio cistercensi, commintenti della chiesa a Zelená hora. Qui é gotica la stessa pianta della chiesa che poi tende alla verticalitá come le antiche cattedrali. Oltre a questo troviamo nella costruzione anche simbologia che parte da cabala cristiana. La pianta della chiesa ma anche del chiostro é basata sul sistema dei cerchi concentrici grandi e minori che hanno collegamento al centro. Il numero base é cinque, la pianta ha una forma insolita di stella a cinque punte il numero 5 si trova ovunque – pianoterra a cinque punte, 5 entrate, 5 nicchie con altari , 5 angeli sull´altare maggiore, 25 cappelle intorno a uno spazio centrale a 5 stelle – le stesse del santo che ornano la sua aureola. 5 erano piaghe di Cristo, si trova cosí paragone del martirio di san Giovanni con quello di Cristo.  

La chiesa é circondata da chiostri costruiti sulla pianta della stella a 10 punte. Il numero dieci esprime completezza e perfezione e si tratta del numero dell´intero cosmo. Le stelle a sei punte sono completate con quelle a 12 che sono stelle della Madonna, congiungono san Giovanni e Vergine Maria.