CAPITOLI DELLA STORIA CRISTIANA 
LA STORIA DI SS.CIRILLO + METODIO
Nativi di Salonicco (in slavo Solun), nella nobile famiglia greca. Secondo la “Vita Cyrilli”, Cirillo era il più giovane di sette fratelli e in giovane età si trasferì a Costantinopoli, dove studió teologia e filosofia. Ma si dedicó anche a astronomia, geometria, retorica, musica, linguistica. Oltre al greco, Cirillo parlava anche il latino, l'arabo e l'ebraico.
Da Costantinopoli, l'imperatore inviò i due fratelli in varie missioni, anche presso gli Arabi. La missione più importante che venne affidata a Cirillo e Metodio fu quella presso le popolazioni slave della Pannonia e della Moravia nel 863. Il sovrano di Moravia, Rostislav chiese all'imperatore bizantino Michele III di inviare missionari nelle sue terre, Oltre la questione religiosa c´era anche il fattore politico della preoccupante presenza franca nel suo regno. Cirillo accettò volentieri l’invito e, giunto nella sua nuova terra di missione, incominciò a tradurre brani del Vangelo di Giovanni inventando un nuovo alfabeto, detto glagolitico (da “глаголь” che significa “parola”), oggi meglio noto come alfabeto cirillico.
Nel 867 Cirillo e Metodio si recarono a Roma - il papa Adriano II ositiva, ordinò prete Metodio ed approvò le loro traduzioni della Bibbia e dei testi liturgici in lingua slava. Inoltre Cirillo gli fece dono delle reliquie di San Clemente, da lui ritrovate in Crimea. Durante la permanenza nella Città Eterna, Cirillo si ammalò e morì: era il 14 febbraio 869. Venne sepolto proprio presso la basilica di San Clemente. Metodio ritornò poi in Moravia, ma durante un successivo viaggio a Roma venne consacrato vescovo ed assegnato alla sede di Sirmiun (odierna Sremska Mitroviča).
Quando in Moravia a Rostislav successe il nipote Svatopluk il quale sosteneva i preti franchi che predicavano latino, la situazione cambió radicalmente. I discepoli di Cirillo e Metodio furono visti come eretici e persequitati. Lo stesso Metodio fu detenuto per due anni in Baviera ed infine morì presso Velehrad, nel sud della Moravia, il 6 aprile 885. I suoi discepoli vennero incarcerati o venduti come schiavi a Venezia. Una parte di essi riuscì a fuggire nei Balcani e anche grazie al favore del sovrano San Boris Michele I, continuarono a difondere il cristianesimo lí. Oggi in Bulgaria si venerano come Sette Apostoli della nazione proprio Cirillo, Metodio ed i loro 5 discepoli
La vastissima attività dei discepoli di Cirillo e Metodio in questo paese diede origine alla letteratura bulgara, ponendo così le basi della cultura scritta dei nuovi grandi stati russi. Il cirillico avvicinò moltissimo i bulgari e tutti i popoli slavi al mondo greco-bizantino: questo alfabeto si componeva di 38 lettere, delle quali ben ventiquattro prese dall’alfabeto greco, mentre le altre appositamente ideate per la fonetica slava. Ciò comportò una grande facilità nel trapiantare in slavo l’enorme tradizione letteraria greca. La nuova lingua soppiantò ovunque il glagolitico e rese celebre sino ai giorni nostri il nome del suo ideatore.
SANTA ZDISLAVA DI LEMBERK
Naque a Křižanov nella Moravia occidentale,con molta probabilitá nel 1220 nel castello di suo padre Přibyslav, nobile guerriero a servizio del re boemo Venceslao I. Sua madre, Sibilla, dama di corte della regina Kunhuta, provenne dalla Sicilia. A 20 anni Zdislava sposó Havel signore di Lemberk, potente e rispettato cavaliere. Le cronache medioevali la definiscono "signora di santa vita", ne lodano la carità operosa e la fedeltà coniugale. Zdislava veniva spesso raffigurata in abito domenicano con in mano il modello della chiesa dove era sepolta ed in atto di distribuire pane ai poveri Con l’appoggio economico del marito fondò un ospizio vicino al castello per accogliere ed aiutare poveri e bisognosi.
La sua vita così intensa terminò a circa 33 anni nel 1252. Fu sepolta nella Chiesa domenicana di San Lorenzo a Jablonné. Il culto ufficiale venne confermato nell’agosto 1907, la canonizzazione di Zdislava, fu proclamata da Giovanni Paolo II il 21 Maggio 1995, nella città di Olomouc in Moravia.. Da secoli è venerata dai Cechi come protettrice della patria, modello di madre e generosa dispensatrice di grazie.